È morto Steno Marcegaglia, il re dell’acciaio

di Mena Grimaldi
 ROMA. E’ morto
martedì Steno Mercegaglia, fondatore
e presidente dell’omonimo gruppo siderurgico, padre dell’ex presidente di
Confindustria, Emma Marcegaglia.

L’imprenditore, morto in seguito ad una caduta, aveva 83 anni. “La formula
vincente per costruire un’impresa leader: una grande ambizione, la capacità di
rischiare, la tenacia e la dedizione di tutti i collaboratori”, così era solito
spiegare la formula del suo successo.

Un
gruppo, il suo, presente in tutto il mondo, con 7.500 dipendenti, 52 unità
commerciali, 210 rappresentanze commerciali e 50 stabilimenti sparsi su una
superficie complessiva di 6 milioni di metri quadrati.

Una struttura, si legge
nel sito del gruppo, che produce ogni giorno 5.500 chilometri di manufatti in
acciaio inossidabile e al carbonio per oltre 15mila clienti.

Già nominato
Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica nel 1992 e insignito del
titolo di Commendatore dell’Ordine della Corona dal Re del Belgio, nel 2002 gli
viene conferita dal Politecnico di Milano la “laurea ad honorem” in
ingegneria per i suoi meriti imprenditoriali.

Nel 2010 Steno Marcegaglia
promuove anche la costituzione della Fondazione Marcegaglia Onlus che opera in
favore della solidarietà sociale e in soccorso della sofferenza e del bisogno
in Italia e nelle aree più povere del mondo.

“Era persona schietta, dai modi
garbati – ha detto Giorgio Squinzi,
Presidente di Confindustria – un uomo che amava definirsi ‘imprenditore povero
di un’azienda ricca’, perché, spiegava, ‘non è l’imprenditore che deve
arricchirsi, ma l’impresa: solo così potrà crescere anche il benessere di
quanti vi lavorano e del territorio nel quale si opera’. Imprenditore di razza,
sempre presente in azienda, era il primo a entrare e l’ultimo a uscire –
ricorda ancora Squinzi – non era mai stanco di lavorare, di pensare a cosa fare
nel domani”.

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