SANTA MARIA CV. A seguito delle inquietanti dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Guida durante il processo Eco4, il territorio di Santa Maria Capua Vetere viene indicato come destinazione dellinterramento di rifiuti tossici, in particolare nella zona che attualmente occupa lo Stir, i quella che allora era la discarica gestita dai fratelli Orsi.
Il circolo Sel Enrico Berlinguer di Santa Maria Capua Vetere ha per questo sollecitato lamministrazione comunale affinché nel più breve tempo possibile siano intraprese diverse azioni, tra cui: avviare e approfondire le operazioni di verifica delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Guida, incominciando parallelamente a fare una stima del disastro ecologico/ambientale/sanitario che si configura e sollecitando lintervento di Asl, Provincia di Caserta, Regione Campania, Ministero dellAmbiente e Arpa Campania, affinché la questione sia chiara in tempi brevissimi;
mettere in campo tutte le azioni e attivare tutte le sinergie necessarie affinché si possano avviare controlli e verifiche su tutte le zone del territorio comunale potenzialmente impattate da sversamenti e/o interramenti di rifiuti tossici e pericolosi, al fine di ristabilire lo stato di sanità pubblica per troppo tempo trascurato; iniziare una capillare verifica dello stato di inquinamento delle falde acquifere presenti nel territorio cittadino per determinarne leventuale presenza di agenti tossici e cancerogeni, rendendo inutilizzabili quelle compromesse per luso da parte di persone e animali, per irrigazione ed uso agricolo;
incominciare a definire, a seguito della verifica dello stato di inquinamento, una classificazione dei terreni del territorio comunale distinguendoli in food o no-food, cioè destinabili o no ad uso agricolo o allevamento. In particolare nel tempo della verifica da parte delle autorità competenti bloccare qualsiasi tipo di utilizzo per coltivazione o allevamento dei territori limitrofi a quelli interessati dalle dichiarazioni del pentito Guida;
attivare un accurato controllo sulla provenienza dei prodotti ortofrutticoli e di allevamento che vengono venduti sul territorio comunale, vietandone la vendita qualora provengano da zone dichiarate no-food; attivarsi in tutte le forme possibili e consentite, coordinandosi con gli Enti preposti e gli altri Comuni delle Provincie di Caserta e Napoli, per la creazione di un marchio di tutela regionale, che garantisca la provenienza e la qualità dei prodotti ortofrutticoli o di allevamento nei territori campani, al fine di distinguere il buono dal cattivo, salvaguardando lambiente e la salute dei cittadini e allo stesso tempo preservando il lavoro di quegli imprenditori del mondo agricolo e dellallevamento che hanno lavorato e lavorano correttamente, nel rispetto delle norme e garantendo la qualità dei loro prodotti.
Come Sinistra Ecologia e Libertà commentano dal circolo – abbiamo sempre considerato la salvaguardia dellambiente e la salute dei cittadini campani una delle maggiori priorità della nostra azione politica. Ora che il problema è a casa nostra davvero nessuno nella nostra città può far più finta di niente, nessuno può girare la faccia dallaltra parte pensando che il problema non sia il suo, nessuno può mascherarsi dietro interessi di parte e può restarne fuori. Lo temevamo, lo sapevamo nella parte più profonda del nostro animo, ma non volevamo ammetterlo. Ora lo sappiamo con certezza, la realtà si è manifestata come una drammatica epifania, catapultandoci nel pieno di unemergenza sanitaria e ambientale: la nostra terra contiene nella sua pancia montagne di veleni; la nostra salute, quella dei nostri cari e soprattutto quella dei nostri figli a rischio. Il nostro futuro è a rischio. Se non ci si attiva subito e bene nessuno potrà salvarsi: noi, con la nostra terra, saremo inevitabilmente condannati alla morte.