Noi Aversani, Nobis: “Capasso deve adempiere al suo ruolo”

di Antonio Arduino

 AVERSA. E’ bagarre all’interno del movimento “Noi Aversani” nato per sostenere la candidatura a sindaco di Giuseppe Sagliocco.

Sullo stile di quanto accade a livello nazionale anche nel movimento creato dall’attuale primo cittadino c’è frattura tra il capogruppo Rosario Capasso e i componenti del movimento. Due in particolare, Nico Nobis e Paolo Galluccio, sarebbero sotto “accusa”.

Alla base sarebbe un problema di comunicazione tra il capogruppo e i due consiglieri che con una nota trasmessa, il 30 settembre, a Capasso e a tutti i partiti avevano chiesto che fosse convocato “entro sette giorni” un incontro. “Per discutere – scrivevano – del ruolo del capogruppo e la sua eventuale sostituzione” motivandolo con il non sentirsi rappresentati perché “da lungo tempo” Capasso persevererebbe in “uno stato di assoluta assenza di comunicazioni”, “sia per quanto si svolge all’interno degli interpartitici, che di quanto viene portato e deciso in giunta, sulla scorta delle comunicazioni che l’assessore di riferimento conferisce al capogruppo”.

A conferma della tesi portavano quale “ultimo episodio di una copiosa lista di omissioni: l’interpartitico del 30 settembre scorso, in cui sarebbe stata esaminata anche una loro nota trasmessa al sindaco, relativamente al quale non solo non abbiamo ricevuto convocazione per un confronto preliminare in merito, ma non siamo stati neppure informati dell’esistenza dell’incontro”. Da qui la necessità di “una riunione dei consiglieri del gruppo Noi Aversani”.

Secca e puntuale la risposta di Capasso che sottolinea come “la mancata rappresentazione che lamentano Galluccio e Nobis è il frutto della loro omessa partecipazione ai processi costruttivi della città”. Se ad oggi si sentono non rappresentati – continua Capasso – è perché da diverso tempo sottoscrivono mozioni senza che le stesse siano condivise dal gruppo e non partecipano più ad una nostra riunione da lungo tempo”. Questa la verità per il capogruppo di Noi Aversani.

Per Nico Nobis le cose non stanno così. “Personalmente – afferma – sono e continuerò ad essere del gruppo Noi Aversani, solo che rivendico che chi ci rappresenta nelle sedi istituzionali, quale è un interpartitico, porti in quella sede le istanze e le proposte che vengono dal gruppo. Vale a dire che a quelle riunioni partecipi dopo un preventivo incontro con i componenti del gruppo, affinché si possano valutare insieme le situazioni che via via si presentano”.

“Il capogruppo – sottolinea Nobis – deve adempiere al suo compito di collegamento fra componenti del gruppo, sindaco e giunta”. “Non può – prosegue – fare come accaduto in occasione dell’interpartitico del 30 settembre, in cui doveva essere discussa anche una nostra richiesta trasmessa al sindaco, presentarsi all’incontro senza aver preventivamente chiarita la questione con noi”. “La nostra – precisa Nobis – non era e non è una richiesta finalizzata a sostituire il capogruppo, ma semplicemente a rimodularne il comportamento, affinché sia consono ai compiti che spettano a questa figura istituzionale”. “Che – aggiunge – è particolarmente importante in un gruppo come quello di Noi Aversani che non essendo un partito politico non ha presidente, un segretario, un coordinatore ma ha come unica figura di riferimento il capogruppo. Se Capasso si comporta da tale, continui ad essere il capogruppo, altrimenti sarà necessario una rivisitazione della carica”.

“Questa chiarezza di comportamento è quella stessa chiarezza – ricorda Nobis – che abbiamo chiesto nella nota trasmessa al sindaco e non rappresenta l’espressione di una nostra volontà di uscire dal gruppo per aderire ad altre formazioni o partiti, almeno per quanto mi riguarda”. “Circa la sottoscrizione di mozioni, come quella relativa ad una regolamentazione della movida, fatta insieme ad esponenti altri partiti politici ritengo – osserva – che sia giusto, per un consigliere comunale che intenda operare nell’interesse della città, aderire ad iniziative che vanno in questa direzione”.

“Quanto al bilancio – continua – credo non si possa parlare di un voto a priori, di una scelta da fare, senza leggere gli atti, per appartenenza ad una coalizione”. “Questo – dice – potrebbe accadere solo se prima di andare in consiglio comunale ci fosse un incontro tra tutti i componenti della coalizione per esaminare insieme gli elementi che costituiscono l’atto di programmazione economica della città, così da valutarne la validità e l’eventuale necessità di correttivi. Solo a queste condizioni sarebbe possibile dire a priori quale sarebbe il comportamento di ciascun consigliere sul voto al bilancio”.

“Personalmente – conclude Nobis – aderisco ai temi proposti di volta in volta senza fare ragionamenti utilitaristici ma valutando solo l’interesse della città”.

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