Sfratto Fattoria ‘Fuori di zucca’. Confcooperative manifestano sdegno

di Redazione

 AVERSA. “La Fattoria sociale ‘Fuori di Zucca’ è una risorsa immensa per il territorio. Chiuderla vorrebbe dire fare un passo indietro in termini di servizi e di sostegno alla legalità. Esprimiamo sdegno e preoccupazione per la decisione dell’Asl di Caserta e faremo quanto possibile per sostenere i cooperatori”.

A dirlo sono Carlo Mitra, commissario Confcooperative Campania, e Giovanpaolo Gaudino, coordinatore Federsolidarietà Campania, all’indomani della notizia dello sfratto che l’Asl di Caserta ha fatto pervenire a ‘Fuori di Zucca’, la fattoria sociale gestita dalla cooperativa ‘Un fiore per la vita’ negli spazi dell’ex manicomio di Aversa. La cooperativa ha fatto sapere che non esiste alcun problema di morosità, ma che la faccenda è legata alla mancata volontà dell’Asl di rinnovare la locazione. Dal canto suo, Confcooperative Campania – della cui rete ‘Un fiore per la vita’ fa parte – invita le istituzioni, le comunità locali e il mondo dell’associazionismo a tenere alta la guardia e a fare il possibile per evitare lo sfratto entro la fine del 2013.

Le ragioni dell’allarme di Confcooperative Campania sta nelle attività che la cooperativa svolge. Si tratta di una cooperativa sociale di tipo b che impegna soggetti svantaggiati nell’agricoltura sociale, una pratica che prevede la coltivazione della terra come strumento terapeutico e di integrazione sociale.

Nata per intuizione di un team di ragazzi, tra cui anche Giuliano Ciano, portavoce campano del Forum Nazionale Agricoltura sociale, l’impresa ospita ogni anno anche bambini ed adolescenti del circondario, mettendo a disposizione parte dell’area verde che si staglia intorno all’ex manicomio d’Aversa.

Tante le famiglie e le scolaresche che negli anni hanno visitato e goduto della Fattoria. Oltre l’integrazione e la diffusione della pratica virtuosa dell’agricoltura sociale, merita attenzione la riqualificazione degli spazi che la cooperativa ha avuto in gestione. Una riqualificazione che ha permesso alla comunità di godere di un’area ormai diventata bene comune e che, in caso contrario, sarebbe stata condannata alla decadenza, preda di vandali come il resto dei giardini circostanti.

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