AVERSA. La Cisal di Caserta, coordinata da Carmine Piccolo, organizzerà una tavola rotonda con esperti del settore per un confronto sul tema della sicurezza alimentare nella cosiddetta Terra dei Fuochi.
Intanto, Piccolo dirama una nota dellagronomo Luigi Zagaria che sottolinea leccessivo allarmismo degli ultimi tempi sulla questione dei rifiuti interrati.
Lallarmismo sulla sicurezza e salubrità dei prodotti ortofrutticoli coltivati in Campania, ed in particolar modo nella provincia di Napoli e Caserta, che si è determinato in seguito al rinvenimento di rifiuti speciali in alcuni siti, non trova adeguata giustificazione scientifica.
Innanzitutto i rifiuti sversati nellintero territorio campano interessano una minima percentuale dei fondi coltivati che sono
Le radici degli ortaggi coltivati interessano una profondità mediamente di 30/40 centimetri, per cui, qualora fossero stati coltivati su terreni contenente rifiuti interrati a tale profondità, e ammesso che tali rifiuti fossero fuoriusciti dai loro contenitori (fusti), non riuscirebbero ad assorbire mai tali sostanze pericolose.
Inoltre, anche se riuscissero ad assorbire eventuali sostanze pericolose bisognerebbe distinguere tra gli ortaggi che producono frutti eduli destinati allalimentazione umana ed ortaggi che vengono consumati come tali; in quanto la quantità di elementi pericolosi eventualmente assorbiti potrebbero essere accumulati in quantità diversi nelle varie parti della pianta (cioè tra frutti, foglie e radici). Inoltre si ritiene che i rifiuti interrati in vari siti del nostro territorio abbiano potuto inquinare le falde acquifere per cui lacqua non sarebbe idonea per luso irriguo.
Anche in questo caso si parla in modo generico senza tener conto che la maggior parte dei fondi coltivati in provincia di Caserta vi è irrigato mediante la rete idrica del Consorzio di Bonifica Bacino inferiore del Volturno in cui lacqua sicuramente non proviene da fonti inquinate. Con questo non si vuole nascondere il problema che sicuramente cè e che deve essere affrontato con onestà e pacatezza, trovando una soluzione certa e definitiva.
Basterebbe, senza troppi clamori, fare un monitoraggio dellintero territorio campano ed individuare i siti in cui sono stati sversati i rifiuti pericolosi per la nostra salute. Una volta individuati tali siti procedere dove è possibili alla bonifica dei terreni e dove invece, non fosse possibile bonificare i terreni inquinati si potrebbero destinarli alla coltivazione di colture no food Luigi Zagaria.