CASERTA. Un omaggio alla drammaturgia di Stefano Benni, caustico intellettuale, fine scrittore, poeta visionario, umorista tagliente. Un omaggio “di genere” in quattro quadri, scelti, adattati e diretti da Ferdinando Smaldone.
Domenica 13 ottobre, alle 20, alla “Bottega del Teatro” di Pierluigi Tortora, a Caserta, in via Volturno 16/18, andrà in scena il contingente rosa della compagnia stabile del Teatro Rostocco di Acerra, con Le donne di Benni. Spettacolo esilarante, sferzante, spaccato fedele di una realtà in caotico movimento, di una società depredata di regole, sogni, valori.
Un microcosmo, quello di Benni, in cui tutto può diventare il suo contrario, schiaffeggiando la durezza della vita col sorriso sulle labbra. Sul palco cinque attrici di talento, Paola Guarriello, Loredana Soreca, Noemy Pirone, Marianna Russo e Paola Puzone, alle prese con i personaggi benniani di maggiore successo.
La Topastra, topo femmina in ribellione contro il genere umano, decisa a rivendicare il diritto di esistere e di essere trattata con rispetto. Capovolge il mondo reinterpretandolo in chiave topesca. La misteriosa scomparsa di W, originariamente monologo, è paradossale, ridicolo e doloroso. Una donna qualsiasi, V, nata un giorno qualsiasi in modo funambolico, ripercorre, follemente, comicamente, la sua vita e si aggira per il palcoscenico nellattesa di un Godot, il suo W. Grimilde, strega di 432 anni, vive invecchiata e dimenticata tra orpelli del passato e maledizioni inefficaci, ormai superata dalla cattiveria quotidiana del mondo attuale, dietro la quale, invano, arranca disperata.
E, infine, La moglie delleroe, moglie dedita, ubbidiente, muta, sempre muta! Esclusa dalla vita eroica del marito, è circondata dal disordine morale, dalla violenza, dalla prevaricazione cui non è in grado di opporsi.
«Un regista – rivela Smaldone – che si affida ad attrici con un universo personale e artistico così ricco può raccontare qualsiasi storia. Posso immaginare cosa passa nella mente e nell’animo di ognuna di essere, ma saranno loro a insegnarmelo, se lo vorranno. E tutto diventerà – conclude il regista – parte del mio tesoro e patrimonio del pubblico in sala».