
ore dalvia libera alla manovra, arrivano una valanga di dure
critiche all’impianto della legge di stabilità.
E il Pdl torna a spaccarsi con Angelino
Alfano che difende i provvedimenti e i falchi capitanati da Sandro Bondi che parlano di “tasse
camuffate”.
“Di questa stabilità l’Italia può morire. Si tratta di infatti
di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che prevede un
aumento consistente delle tasse per ora abilmente camuffate. Tutto questo non
tarderà a venire alla luce”, tuona il coordinatore del Pdl. Il segretario e
vicepremier Alfano difende invece i provvedimenti: “Siamo contenti che non ci
siano i tagli alla sanità”, spiega.
“Il nostro paese ha dovuto ingerire tanti
antibiotici, fare sacrifici, ora è la volta delle vitamine. Ma non finisce la
stagione delle formiche per quella delle cicale”.
Ma dobbiamo “accompagnare
quel refolo di ripresa che si inizia a sentire”. Alfano rivendica il ruolo del
suo partito: “La legge di stabilità non mette le mani nelle tasche degli
italiani. Anzi per la prima volta dopo molti anni la pressione fiscale sui cittadini,
famiglie e imprese diminuirà. Il Pdl si è dunque confermato sentinella
antitasse”. Ma il “no” arriva anche dai sindacati.
“Manca un chiaro segnale di
equità e chiare indicazioni in direzione di ridistribuzione del reddito”, fanno
sapere dalla Cgil. Susanna Camusso è
netta: “Cambiare la legge di stabilità è la nostra priorità, per farlo utilizzeremo
tutte le forme utili”.
“Sono sempre poco affascinata dai dibattiti di chi prima
decide quali modalità e poi i perché”, ha detto rispondendo a chi gli chiedeva
se anche per la Cgil fosse necessario uno sciopero come evocato da altre
organizzazioni.