NAPOLI. Era latitante da due anni Antonio Teghemie, 67 anni, ritenuto elemento di spicco del clan Licciardi del quartiere Secondigliano, arrestato venerdì mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli.
Deve scontare una condanna a due anni di reclusione e ad un anno in una casa-lavoro per contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi, ovvero di brevetti, modelli o disegni e vendita di prodotti industriali con segni mendaci aggravati da finalità mafiose. I Licciardi, infatti, sono specializzati nella commercializzazione di false griffe, soprattutto borse e accessori, macchine fotografiche e trapani elettrici.
Luomo si nascondeva in un appartamento di Marano, comune a nord del capoluogo, in via Giovanni Falcone, dove sembra vivesse con la moglie Maria Licciardi, 60 anni, ritenuta la reggente del clan dopo la morte del fratello Gennaro. Il proprietario dellimmobile, Gianfranco Leva, un 56enne considerato affiliato al clan, è stato anchegli arrestato con laccusa di favoreggiamento personale.
Il blitz dei militari è scattato nella notte tra giovedì e venerdì. Nella casa, di due piani, cera la tavola imbandita. Il ricercato, alla vista dei carabinieri, si è infilato nel sottoscala, provando a celarsi dietro alcuni scatoloni. In tasca, al momento dellarresto, aveva 3500 euro.