Roma, gay si lancia nel vuoto: “Italia libera ma esiste omofobia”

di Redazione

 ROMA. Ancora un suicidio di un giovane omosessuale nella capitale. Un ragazzo di 21 anni si è tolto la vita lanciandosi nella notte dall’undicesimo piano del comprensorio Pantanella, l’ex pastificio di via Casilina a Roma.

“Sono gay – avrebbe lasciato scritto il giovane in un biglietto – l’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”.

Sul posto sono intervenuti gli uomini del commissariato San Lorenzo. Gli investigatori non escludono che il giovane fosse bersaglio di atteggiamenti omofobi, anche se, al momento, le indagini non si orientano sul versante dell’istigazione al suicidio.

I genitori del ragazzo, increduli e sotto choc, avrebbero riferito di non essere a conoscenza dell’omosessualità del figlio: “Eravamo ignari di questo suo tormento interiore. Non sapevamo che nostro figlio potesse essere omosessuale, né di questo suo disagio nei confronti dell’omofobia”.

“Un altro suicidio di un ragazzo gay di 21 anni a Roma”. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha commentato l’accaduto tramite il suo profilo Facebook: “Quello dell’omofobia è un dramma straziante a cui dobbiamo porre fine, lo dobbiamo a tutti i giovani e a tutte le famiglie perché è inaccettabile che simili drammi succedano ancora”.

“Un altro fatto tragico. Aspettiamo di avere maggiori informazioni, ma se come si apprende si tratta di un ragazzo gay, siamo di fronte a un ennesimo caso. I suicidi o i tentativi di suicidio di giovani omosessuali sono un dato allarmante”. Questo, invece, il commento di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center: “Alla nostra linea verde Gay Help Line riceviamo 2 mila contatti all’anno e dai dati in nostro possesso risulta che un omosessuale su dieci nella sua vita ha pensato al suicidio. E’ ora di dire basta. Le istituzioni diano una risposta urgente nella lotta all’omofobia e nell’allargare la sfera dei diritti gay”.

E’il terzo caso nella capitale in un anno. A novembre scorso un 15enne, A.S., studente del liceo scientifico Cavour, si è tolto la vita legandosi una sciarpa al collo dentro casa. E quando il fratellino lo ha trovato e ha chiamato i genitori, era troppo tardi.

Questa estate una nuova tragedia. “Sono omosessuale, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia”, aveva scritto in due messaggi, uno su un foglio di carta, l’altro su una pen drive, un quattordicenne che si è sucidato gettandosi dal terrazzo condominiale, in zona Torraccia a Roma. Qualche mese prima, a maggio scorso, invece uno studente di 16 anni, di origini romene, si è gettato durante la ricreazione da una finestra del terzo piano dell’istituto tecnico che frequenta nella capitale, in zona Marconi. E’ finito su un’auto, una microcar, parcheggiata sotto l’edificio, nel cortile interno della scuola, che ha parzialmente attutito la caduta.

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