Tragedia Lampedusa,111 morti. Il lavoro non è finito

di Redazione

 LAMPEDUSA. La strage non è ancora finita e quella della scorsa notte non sarà l’ultima.

Questo è il messaggio che arriva direttamente dalle acque che hanno visto naufragare il peschereccio con a bordo 440 persone, 110 delle quali sono morte. Le persone tratte in salvo, al momento, sono solo 155, il resto sono dispersi. Nella mattina di venerdì è arrivato a Lampedusa anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Intervenendo alla Camera il vicepremier ha ricordato come “per contrastare i traffici di morte occorre una strategia integrata e la cooperazione degli Stati e delle Polizie dei Paesi da cui partono i migranti”.

Il peschereccio naufragato, ha ricordato Alfano, “è partito dalla Libia, ma a bordo c’erano eritrei, somali, persone che avevano attraversato pezzi di Corno d’Africa prima di arrivare a Misurata”. Poi Alfano ha spiegato come Lampedusa sarà una tragedia che si ripeterà, se non verranno presi provvedimenti: “Oggi abbiamo un nuovo check-point Charlie, si trova in mezzo al Mediterraneo e si chiama Lampedusa”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riferendo a Montecitorio sulla tragedia di Lampedusa. “E’- aggiunge- il passaggio a livello tra Paesi che non hanno democrazia e benessere, non hanno nulla e l’Europa”. Infine il vicepremier ha chiesto che anche l’Unione Europa sostenga la candidatura di Lampedusa per il Nobel della Pace. A dare i dati ufficiali a Reuters è anche il comandante della Guardia costiera Floriana Segreto. “Quando ieri sera si sono interrotte le ricerche avevamo recuperato 111 cadaveri”, ha detto Segreto al telefono.

“In tutto tra vivi e morti abbiamo contezza di 266 persone, ma il nostro lavoro non è finito”. Dei cadaveri recuperati, la metà appartengono a donne, mentre quattro sono di bambini di età compresa tra uno e sei anni, ha specificato l’assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino nel corso di una conferenza stampa a Lampedusa. “Nella notte due motovedette sono rimaste di pattuglia nella zona del naufragio e stamattina sono riprese le ricerche dei sommozzatori. Ma sotto il barcone dovremmo recuperare oltre cento corpi”, ha aggiunto il comandante Segreto. Secondo le prime ricostruzioni, il disastro sarebbe stato causato da un incendio scoppiato casualmente a bordo, che ha provocato il rapido spostamento in massa dei passeggeri su un lato e il capovolgimento dell’imbarcazione lunga una ventina di metri. A segnalare il naufragio, alle 7,20 di giovedì mattina, sono stati due pescherecci che hanno subito soccorso le persone in mare a mezzo miglio dall’Isola dei Conigli, ambita meta turistica nei pressi di Lampedusa.

“Non ci sono allarmi per la salute pubblica si tratta di persone sane che giungono in condizioni di estrema difficoltà ma sane”, l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, a Lampedusa per seguire la situazione dell’assistenza ai 155 immigrati sopravvissuti al naufragio e a quelli che erano sbarcati poche ore prima. “Complessivamente sono 587. In gran parte – 432 – si tratta di siriani”, ha specificato Antonio Candela, commissario straordinario dell’Asp 6 di Palermo, da cui dipende il Poliambulatorio dell’isola. Secondo l’assessore Borsellino occorre “istituire corridoi umanitari non solo nazionali ma anche europei. Per garantire tempi celeri di intervento e trasferimento degli immigrati”. Nel frattempo arriva notizia che si discuterà di immigrazione martedì prossimo a Lussemburgo, in occasione del Consiglio europeo dei ministri della Giustizia e degli Interni. È stata così accolta la richiesta avanzata dall’Italia di affrontare il tema. Secondo quanto si apprende da fonti della presidenza del Consiglio europeo, il tema dell’immigrazione verrà affrontato e discusso formalmente dai ministri competenti, ma nessuna decisione formale verrà assunta sul tema. Martedì sottolineano le fonti, “sarà l’inizio di un processo”, ma “non si parlerà sicuramente di Dublino”, il programma finalizzato a individuare lo stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo. “Non ci sono illusioni che questo possa essere cambiato”, continuano le fonti. In ogni caso, dopo la richiesta dell’Italia, i ministri dell’Interno degli Stati membri della Ue inizieranno ad affrontare una discussione sul tema.

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