Il Comune vuole uscire dall’Asi

di Redazione

 SPARANISE. La notizia era nell’aria già da qualche mese ma con la presa d’atto delle ultime decisioni assunte dal Consorzio Asi in materia di investimenti sembra proprio che la decisione di uscire dall’Ente che dovrebbe sostenere lo sviluppo dei distretti industriali, sia ormai matura.

La vasta area industriale della ex Pozzi Ginori versa ormai in condizioni pietose principalmente a causa del mancato rilancio che sarebbe dovuto passare proprio tramite il Consorzio Asi. Ad oggi non si ricordano interventi in materia di adeguamento delle infrastrutture stradali, fognarie dell’illuminazione interna ed esterna all’area e, più in generale, legate alla regolare fornitura di servizi.

Non risultano essere stati mai realizzati o forniti basilari partendo dal più ovvio, come l’acqua potabile, a quelli più complessi ed articolati che rappresentano ormai un valore aggiunto da poter offrire agli imprenditori che intendono investire nella zona a ridosso della strada statale Appia come videosorveglianza, vigilanza o wi fi. Eppure il Consorzio Asi pretende da tutte le aziende che si insediano all’interno del distretto della ex Pozzi il pagamento degli oneri di urbanizzazione, non si sa poi per cosa considerato che non ha mai realizzato alcunché e che l’intera area appare ancora ferma agli investimenti fatti ai tempi della Pozzi Ginori.

“E’ giunta l’ora di uscire dal Consorzio Asi – ha spiegato il vicesindaco L’Arco che ha la delega alle attività produttive – perché francamente continuare a restarci non solo è inutile ma rappresenta anche un motivo di forte penalizzazione per il rilancio della nostra area industriale. Tanto sono anni che gli investimenti finiscono sempre a Marcianise o nei distretti aversani. L’Asi dalle aziende che si sono insediate nell’area della ex Pozzi Ginori di Sparanise ha solo ed esclusivamente preso soldi. Cosa ha dato in cambio ? Niente di niente. Anzi, in alcuni casi ha finito per danneggiare il territorio anche sotto l’aspetto ambientale. Come ? Semplice: mi riferisco all’accordo, finora non rispettato, stipulato diversi anni fa con la Calenia Energia, società proprietaria della centrale termoelettrica, dalla quale ci risulta che l’Asi ha ricevuto diverse centinaia di migliaia di euro”.

“A distanza di 5 anni – sottolinea il vicesindaco – è lecito porsi una domanda: dove è finito il depuratore che l’Asi si era impegnata a costruire con i soldi ottenuti dalla Calenia Energia? I cittadini sono stati tenuti all’oscuro di tale accordo per anni, e da anni il nostro territorio non può usufruire di una struttura come il depuratore che poteva essere un elemento attrattore di investimenti e che è utile alla collettività sotto tutti i punti di vista, a partire da quello ambientale per finire a quello igienico sanitario e del trattamento delle acque. Fa piacere registrare che su questo punto anche il dottor Antonio Merola del gruppo consiliare di minoranza Insieme per Sparanise, in un recente consiglio comunale ha pubblicamente manifestato la medesima volontà della maggioranza, e convergendo sulla necessità di abbandonare un carrozzone che non ha portato alcun beneficio al territorio di Sparanise ma ha sempre e soltanto preso, senza restituire nulla in termini di servizi e infrastrutture, figurarsi di investimenti”.

“Credo – conclude L’Arco – che sia giunta l’ora di voltare pagina e di mettere la parola fine alla inutile presenza dell’Asi nell’area industriale di Sparanise”.

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