TEVEROLA. I lavoratori dei due stabilimenti Indesit di Teverola e Carinaro mercoledì mattina hanno bloccato laccesso al sito nella zona industriale casertana.
Stop anche ai rifornimenti e bloccati i camion allingresso. Una nuova protesta spontanea contro il piano di tagli dellazienda, che, anche se rivisto, non piace né agli operai né ai sindacati, convinti che la sostanza degli obiettivi di delocalizzazione aziendale non cambia. I lavoratori di Caserta, ha spiegato Antonello Accurso, della Uilm dopo le assemblee manifestano il dissenso al piano industriale che non convince nelle sue modifiche e non fornisce garanzie sul futuro. Lavoratori e rappresentanti sindacali chiedono alla Indesit scelte coraggiose per Caserta e non solo piccoli aggiustamenti.
Dallultimo incontro tenutosi a Roma, convocato al Ministero dello sviluppo economico, è emerso che lazienda di Fabriano intende ridurre a 1030, rispetto ai 1400 iniziali, gli esuberi immediati, da cui decurtare altre 330 unità da accompagnare proressivamente verso il pensionamento nel corso della concreta attuazione del piano (2013-2016).
A conti fatti, la multinazionale si troverebbe con circa 700 esuberi che potrebbero ridursi di ulteriori 400 unità nel corso dei prossimi cinque anni, alla luce degli ipotizzabili benefici attesi dagli investimenti e dalle previsioni di recupero dei mercati, si legge nella proposta Indesit.
Lobiettivo dichiarato dallazienda – nel piano modificato presentato al Ministero – prevederebbe un totale di 300 persone non riassorbite alla fine dellintero processo di ristrutturazione. Dai conteggi restano fuori i 150 impiegati degli uffici che la multinazionale prevede di reintegrare in 4 anni.
In Campania resta strategico labbandono delle lavabiancheria (produzione ritenuta non più competitiva dinanzi alla concorrenza asiatica) per scongiurare la possibile futura chiusura dellimpianto situato nella zona industriale tra Teverola, Carinaro e Gricignano.
Nel Casertano, dunque, si passerebbe dai 540 esuberi iniziali ai 71 ipotizzati (a Fabriano da 480 a 179, mentre a Comunanza da 230 a 50). Previsioni che hanno fatto volare il titolo in Borsa (+4,46% lunedì) ma che non hanno del tutto convinto i sindacati, in vista del possibile accordo da siglare il prossimo 31 ottobre in un incontro fissato presso il Ministero.
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