Case di prostituzione nel Casertano: tre arresti

di Redazione

 VILLA LITERNO. Tre ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, sono state eseguite martedì mattina dai carabinieri della stazione di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di due uomini e una donna che gestivano case di appuntamento tra la città sammaritana, Caserta e e San Nicola la Strada.

Si tratta di: Nicola Pecchia, 34 anni, ed Emanuele Martinelli, 23, entrambi di Villa Literno (Caserta), e di Caterina Taglialatela, 27 anni, di Villaricca (Napoli). Dall’indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, è emersa l’esistenza di un’associazione per delinquere, costituita dai tre arrestati e da altre persone denunciate a piede libero, finalizzata all’esercizio di case di prostituzione e ad una serie indeterminata di condotte di agevolazione e sfruttamento della prostituzione.

Durante i tre mesi di attività investigativa (dal marzo al maggio 2012), sono stati raccolti elementi utili a stabilire che gli indagati avevano costituito una complessa rete di relazioni e di attività finalizzate a gestire, in virtù di contratti di locazione, una serie di appartamenti.

All’interno dei locali venivano ospitati giovani donne e transessuali, quasi tutti provenienti dal Sudamerica, che esercitavano l’attività di meretricio. Le investigazioni avevano tratto spunto, all’inizio, dall’attività preventiva di capillare controllo del territorio svolta quotidianamente dai carabinieri, che li aveva portati a notare un singolare viavai di persone da un appartamento a Santa Maria Capua Vetere.

L’accesso dei militari all’interno del’appartamento aveva consentito di verificare che vi si svolgeva attività di prostituzione, nonché di identificare alcuni dei soggetti ai quali facevano capo le persone (donne e transessuali) dedite all’attività medesima.

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Il prosieguo dell’attività di indagine, condotta anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, aveva permesso successivamente di accertare che gli odierni arrestati gestivano vari altri appartamenti, nei quali veniva esercitata analoga attività. Gli indagati traevano profitto dall’attività di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma soprattutto speculavano sulla differenza tra l’importo da loro versato ai proprietari dei locali (circa 300/350 euro al mese per ciascun appartamento) e quello da loro preteso dalle prostitute alle quali sublocavano gli appartamenti (7/800 euro alla settimana).

Le persone dedite alla prostituzione permanevano in genere nei locali per non più di una o due settimane. Gli appartamenti, sempre situati in zone appartate, tali da assicurare segretezza e discrezione, venivano locati grazie ad agenzie immobiliari, dal capo dell’organizzazione, Pecchia, che peraltro li intestava spesso fittiziamente – servendosi a volte anche di documenti falsi – a terze persone o ad altri componenti dell’associazione.

Nel corso dell’attività investigativa, venivano individuati e sottoposti a sequestro ben otto appartamenti. All’esito delle indagini, dunque, sono venuti in luce consistenti elementi di prova sia in relazione all’esistenza dell’organizzazione, sia alla ripartizione dei ruoli tra gli associati. Secondo gli investigatori, il capo dell’organizzazione, Pecchia, era quello che si occupava di locare gli appartamenti e di reclutare prostitute, nonché di recarsi all’aeroporto o alla stazione a prelevare i nuovi arrivati per accompagnarli presso gli appartamenti locati.

Gli altri due si avvicendavano in attività di cooperazione e ausilio, coadiuvando il capo. La donna, Caterina Taglialatela, si occupava di curare ogni necessità delle prostitute e dei transessuali (procurando loro asciugamani, salviette, lenzuola, cuscini, sostanza stupefacente, lubrificante, e così via), oltre che di riscuotere il canone di locazione, in alcuni casi ricorrendo a minacce.

Il giovane di 22 anni, si occupava, tra l’altro, della manutenzione degli appartamenti e provvedeva, ad esempio, anche alle piccole riparazioni, o accompagnava Pecchia a prelevare le donne all’aeroporto o alla stazione. Identificate sedici persone dediti alla prostituzione (tra donne e transessuali) e rinvenuti e sequestrati svariati quantitativi di stupefacenti, verosimilmente utilizzati dagli stessi.

Le altre persone denunciate, cinque, devono rispondere dei reati di furto, favoreggiamento della prostituzione e favoreggiamento personale.

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