Alienazioni patrimonio comunale, Della Valle: “Anche qui errori”

di Redazione

 AVERSA. Anche nel piano triennale delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio comunale, approvato come allegato al bilancio di previsione, così come nel piano triennale delle opere pubbliche, a mio modestissimo parere, ci sono profili di illegittimità.

Nella delibera di giunta 306/2013 che approva il piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio comunale 2013/2015 e che costituisce un allegato obbligatorio al bilancio di previsione ci sono due macroscopici errori che ho fatto rilevare al Consiglio comunale in sede di approvazione del bilancio ed ho consegnato ufficialmente agli atti una relazione così come ho fatto per il piano triennale delle opere pubbliche.

Il primo errore è la legge richiamata (l’articolo 58 del decreto legge 112/2008) in delibera dove è anche specificato che: “Il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari costituisce allegato obbligatorio al Bilancio di Previsione proprio ai sensi dell’articolo 58 del dl 112/2008 e che tale elenco deve essere approvato dal Consiglio Comunale”.

L’articolo 58 del dl 112/2008, venne immediatamente impugnato dalla Regione Piemonte che rilevava lesione degli articoli 117 e 118 della Costituzione e la Corte Costituzionale – con sentenza numero 340/2009 – accolse il ricorso, dichiarando incostituzionale il comma 2 dell’articolo 58. La Norma, quindi, da quel momento non esiste più.

Il Decreto “Salva Italia” (dl 201/2011), due anni dopo, riproponeva la Norma adeguandola ai rilievi della sentenza della Corte Costituzionale. La Legge di riferimento per i Piani di alienazione degli Enti Locali è quindi il dl. 201/2011, art. 27 comma 7 e non quella citata in Delibera. Il secondo errore è la completa assenza in Delibera dell’oggetto stesso dell’Atto, cioè dell’elenco che si voleva approvare. Eppure nella stessa è riporta la canonica frase: “Tale elenco è parte integrante e sostanziale della Delibera”.

Non è difficile capire che se non esiste l’elenco non esiste la delibera. L’unico allegato della Delibera è un elaborato di 8 pagine rubricato “patrimonio”, senza nessuna intestazione né del Comune né dell’Ufficio che lo ha prodotto.

In queste 8 paginette, definite audacemente “Piano”, non sono riportate né tutte le proprietà indisponibile del Comune, né tutti i progetti con i quali si intende valorizzarle, che pur sono previsti nel Piano Triennale delle opere pubbliche e né tantomeno l’elenco delle proprietà da alienare. E’ inutile ricordare, dopo la dichiarazione del sindaco rispetto ai Peg, che l’art. 42 del Tuel in materia di Patrimonio è sempre competente il Consiglio.

Come si suol dire, si comincia male e si finisce peggio. Improvvisamente alla pag. 2 di questo elaborato spunta, non una soluzione (come ci si attenderebbe da un Piano) ma un’ipotesi: “Iniziare un percorso teso all’acquisizione del noto e prestigioso complesso del Carmine vendendo dei beni facenti parte delle alienazioni.

Ma vendendo cosa, però, non è dato sapere. Si ignora, in questo documento anche che il Comune di Aversa ebbe assicurazioni che il complesso del Carmine sarà inserito nell’elenco dei beni Demaniali che lo Stato vuole trasferire ai Comuni a titolo gratuito.

Gino Della Valle, consigliere comunale

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