CARINARO. Non si fa attendere il commento di Annamaria Dell’Aprovitola, assessore alla trasparenza, pari opportunità, cultura e pubblica istruzione del Comune di Carinaro, in merito alla vicenda del gazebo del Caffè Trieste che ha portato alle dimissioni, giovedì mattina, del sindaco Mario Masi.
In una mail inviata in redazione, DellAprovitola parla di un tentativo di delegittimazione della sua persona che, tra l’altro, arriva a pochi mesi dalle elezioni amministrative, per le qualila stessasarebbe tra i papabili candidati sindaco.Ma di questo ne parleremo nei prossimi giorni.
Lassessore fornisce anche copia della relazione del responsabile dellarea tecnica, inviata ai vigili e al sindaco, da cui si evince che le opere allinterno dei locali commerciali sono realizzate in modo conforme, mentre si rilevano lievi difformità in ordine al nuovo gazebo che ha sostituito quello che era presente nella precedente gestione dellesercizio commerciale, prima che subentrasse lattuale titolare, Consiglia Mattiello, cognata di DellAprovitola.
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono profondamente rammaricata per le dichiarazioni che accompagnano le dimissioni del sindaco da cui emerge, senza ombra di dubbio, il fatto che la mia persona e le vicende relative all’apertura del Caffè Trieste, da parte della signora Consiglia Mattiello, siano state usate per giustificare ciò che sarebbe dovuto accadere già da tempo, stante il fallimento politico di una maggioranza delegittimata e rabberciata ormai da tre anni.
Ferme ed impregiudicate azioni che intraprenderò nelle opportune sedi giudiziarie, sia civili che penali, per tutto quanto temerariamente ed infondatamente affermato da Mario Masi, senz’altro configurante i reati di calunnia e diffamazione, mi preme innanzitutto rendere nota alla cittadinanza, la reale prospettazione dei fatti, ignobilmente strumentalizzati e stigmatizzati a proprio uso e consumo dal novello salvatore della patria.
Dalle informazioni assunte dalla titolare dell’attività in questione e dall’esame della documentazione in possesso della stessa, si evince che trattasi di semplici e lievi difformità amministrative come da verbale di constatazione dei lavori redatto dal responsabile dell’Ufficio tecnico comunale e dal comandante della polizia municipale (che fornisco alla redazione di Pupia per la pubblicazione, ad onore del vero e coerentemente con la trasparenza che ha sempre contraddistinto la mia azione amministrativa).
E’ bene sottolineare che il controllo da parte delle autorità succitate è stato da me sollecitato proprio in virtù del coinvolgimento familiare e delle polemiche innescatesi nonché dalla constatazione che ormai l’amministrazione comunale aveva abbondantemente lasciato trascorrere i termini di legge per effettuare lo stesso, a partire dalla data di presentazione della relativa S.c.i.a., avvenuta in data 11 settembre 2013.
E’ bene, altresì, chiarire che l’opera che viene definita irresponsabilmente abuso edilizio altro non è che una ristrutturazione di un bar preesistente, peraltro già dotato di terrazzo giacente su suolo pertinenziale, privato; tale particolare è stato opportunamente taciuto dal solerte sindaco, a riprova del suo preordinato, premeditato disegno diffamatorio.
E comunque, se di abuso si vuol parlare, in tal sede, con cognizione di causa, non ci si può non riferire a quello che questo signore ha perpetrato ai danni della cittadinanza carinarese, occupando la poltrona di sindaco e da almeno dieci anni, sordo ad ogni innovazione politica e culturale, risultando assolutamente inadeguato, incapace ed incompetente.
Ebbene, egli si dimette per un fatto di cui non è dato conoscere, se esiste, la connotazione di reato non essendo state rese note quali norme in materia edilizia siano state presuntivamente violate e la stessa procedura attivata è al solo stato embrionale, dal momento che, secondo le leggi in materia, è, allo stato, ancora possibile procedere ad adeguamenti, se necessari.
Vero è, dunque, che il signor sindaco, pur di non arrendersi ad un’indecorosa ed umiliante uscita di scena dovuta all’imminente ed inevitabile presa d’atto della ingovernabilità della sua maggioranza, si è avventato come un rapace su una vicenda privata di altro cittadino, e per questo politicamente irrilevante.
Siamo, quindi, in presenza di un ignobile tentativo di delegittimazione della mia persona, prima, del politico, poi. Tentativo, si badi, mal riuscito, per giunta, giacchè è noto ai più l’impegno da me profuso nell’amministrazione, ispirato a tutti i principi di buon governo, legalità e trasparenza. Nonostante il sindaco (Annamaria Dell’Aprovitola).