CARINARO. La legge mi dà la possibilità di riflettere e lo sto facendo. Mario Masi, lunedì mattina, prima della partenza per Roma, dove si è recato insieme ai lavoratori della Indesit per lincontro al Ministero dello Sviluppo economico, ai nostri microfoni parla anche delle dimissioni rassegnate nei giorni scorsi dalla carica di sindaco.
Una scelta maturata nellambito del cosiddetto caso gazebo, ossia la struttura coperta realizzata in piazza Trieste, in un bar di proprietà della cognata dellassessore Marianna DellAprovitola. Unopera definita abusiva, in dispregio del regolamento edilizio, dal primo cittadino che ha deciso di mollare lincarico iniziato nel 2004 e proseguito con la rielezione del 2009, dunque, a pochi mesi dalle elezioni amministrative alle quali non potrà essere più candidato alla fascia tricolore.
Irrevocabili aveva definito, a caldo, le sue dimissioni pochi minuti dopo averle rese note. Ora, però, sembra sia disposto a fare un passo indietro, visto che, per legge, ha venti giorni di tempo per rientrare dalla sua decisione. Potrei anche revocare le mie dimissioni spiega ma solo se la maggioranza mi darà atto che il mio è stato un atto dovuto e non frutto di una persecuzione nei confronti di qualcuno. Parole che fanno riferimento al tentativo di delegittimazione, denunciato dallassessore DellAprovitola, in vista delle prossime amministrative, visto che la stessa aspirerebbe ad essere tra i papabili per la successione di Masi.
Effettivamente Carinaro non merita di avere una gestione commissariale. Ma ciò che più conta sottolinea Masi è che noi per primi, che ricopriamo incarichi istituzionali, dobbiamo dare lesempio, ai cittadini e soprattutto alle giovani generazioni. Gli abusi già sono di per sé intollerabili, figuriamoci se li fanno i pubblici amministratori.
Intanto, il primo cittadino ringrazia tutti coloro che, personalmente e telefonicamente, mi hanno manifestato in questi la loro solidarietà, chiedendomi di fare un passo indietro.
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