GINEVRA. Dopo anni di stallo e quattro giorni di maratona negoziale, Iran e potenze mondiali del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) hanno raggiunto un’intesa a Ginevra su un primo accordo semestrale che frena temporaneamente il programma nucleare iraniano, sospettato di finalità militari.
In cambio Teheran ottiene alcuni allentamenti delle sanzioni, che stanno strangolando la sua economia. A darne notizia attraverso un tweet, il ministro degli Esteri e capo-negoziatore per il nucleare iraniano Mohammad Javad Zarif.
“Si tratta di un primo importante passo verso un accordo generale, evitando la corsa all’uso della forza”, ha commentato a caldo il presidente americano Barack Obama. Si “apriranno nuovi orizzonti”, ha twittato un account riconducibile al presidente iraniano Hassan Rohani. Come più volte alla vigilia, Israele ha invece sostenuto che si tratta di un “accordo cattivo” con cui l’Iran “ha ottenuto esattamente quanto voleva: un alleviamento sostanziale delle sanzioni e il mantenimento di componenti importanti del proprio programma nucleare”, come ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
L’intesa crea il tempo per “raggiungere entro sei mesi un accordo generale”, ha precisato Obama da Washington. E la Casa Bianca ha sottolineato alcuni dettagli del testo concordato: l’Iran si è impegnato a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito al 20%, mentre le maggiori potenze non imporranno sanzioni a Teheran per i prossimi sei mesi.
L’Iran inoltre otterrà accesso all’equivalente di 4,2 miliardi di dollari derivanti dalla vendita di greggio ma bloccati in banche asiatiche a causa delle ultime sanzioni. Dal testo diffuso a Washington spicca anche il congelamento della costruzione del reattore ad acqua pesante di Arak, potenziale generatore di plutonio utilizzabile a fini bellici.
Sul fronte dell’allentamento delle sanzioni sono state confermate le indiscrezioni della vigilia sulla sospensione di alcune misure che colpiscono il commercio di oro e metalli preziosi, il settore dell’auto e le esportazioni iraniane di prodotti petrolchimici: un alleggerimento complessivo pari a 1,5 miliardi di dollari. C’è un capitolo sulle parti ricambio degli aerei e il permesso di vendere petrolio per evitare un’ulteriore flessione dell’export iraniano.
Come ha sottolineato il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, è stata costituita una “commissione congiunta per sorvegliare l’attuazione del nostro accordo”. Zarif ha sostenuto che il diritto all’arricchimento dell’uranio viene riconosciuto dall’accordo, circostanza smentita da fonti Usa. L’accordo di Ginevra è “un primo passo che rende il mondo più sicuro. Ora c’è ancora da lavorare”, ha sintetizzato dal canto suo su Twitter il segretario di Stato americano John Kerry.