GRICIGNANO. “La centrale termoelettrica fu realizzata nel casertano, a Sparanise, grazie all’interessamento di Nicola Cosentino, che vi fece lavorare suo fratello Mario e ditte collegate al clan dei casalesi”.
A parlare di una delle più importanti opere edificate in provincia di Caserta è il pentito Orlando Lucariello (attualmente detenuto), ex capozona dei Casalesi nei Comuni di Gricignano, Succivo e Orta di Atella, ma soprattutto braccio destro del boss Peppe Russo, detto “’O Padrino”, la cui sorella è sposata con Mario Cosentino, fratello dell’ex deputato del Pdl. Lucariello, collegato in video-conferenza, ha riferito l’inedita circostanza al processo “Il Principe e la Scheda Ballerina”, in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dove l’ex sottosegretario all’economia, presente in aula, è imputato per reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa. Qualche giorno fa in un altro processo, la pentita ed ex compagna del boss Francesco Bidognetti, Anna Carrino, aveva raccontato per la prima volta delle due visite fatte dal politico al boss nel 1987 quando questi era ai domiciliari.
“‘O Mericano”. All’udienza è rimasta quasi sullo sfondo, invece, la vicenda del finanziamento per il centro commerciale ”Il Principe”, mai realizzato, oggetto della contestazione al politico. Nei verbali dei numerosi interrogatori resi alla Dda di Napoli, Lucariello – condannato nel processo Spartacus I nel settembre del 2005 e catturato nel 2008 dai carabinieri di Aversa – aveva parlato, in relazione alla centrale, di “un parente di ‘O Mericano”, soprannome della famiglia Cosentino, senza specificare di chi si trattasse.
“‘O Padrino”. Lucariello racconta che “quando Peppe Russo fu estradato dalla Germania dopo la cattura, era il 2004, venne trasferito al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove ero anch’io, perchè imputato come me nel processo Spartacus. Un giorno Russo mi disse, sapendo che dopo pochi mesi sarei stato scarcerato, che dovevo controllare che i lavori alla Centrale elettrica di Sparanise proseguissero tranquillamente, cioè che il referente del clan, ovvero Giuseppe Papa e i fratelli, peraltro già avvisati, non chiedessero tangenti perchè la Centrale l’aveva portava nel casertano Nicola Cosentino ed anche il fratello Mario Cosentino vi stava lavorando; inoltre Russo mi disse che suo fratello aveva ottenuto nella centrale un subappalto. Cosentino – ha aggiunto – era a disposizione del clan”. L’ex deputato ha assunto un’espressione perplessa, mentre il suo legale Stefano Montone ha chiesto polemicamente in sede di controesame al pentito “perchè nei tanti interrogatori avuti con la Dda non ha mai parlato di Mario Cosentino in relazione alla Centrale”.
Il centro “Il Principe”. Sul centro commerciale “Il Principe”, mai realizzato tra Casal di Principe e Villa di Briano, Lucariello racconta di averne saputo “tra il 2006 e il 2008, quando ero latitante, nel corso di una riunione cui presero parte i fratelli di Peppe Russo, Massimo e Corrado. Quest’ultimo mi disse che dovevano realizzare un ipermercato e che Cosentino si sarebbe occupato del finanziamento presso una banca. All’affare non erano interessati solo i Russo, che rappresentavano gli Schiavone, ma anche i Bidognettiani”.