sul giro di prostituzione minorile, venuto alla luce nel quartiere bene dei
Parioli a Roma, puntano ora a individuare la rete di clienti che si rivolgeva
agli arrestati per avere incontri con le ragazzine.
Due minorenni di 14 anni,
infatti, studentesse di uno dei più importanti licei della Capitale, nel
pomeriggio si concedevano sessualmente ai clienti che le adescavano su Facebook.
Ora tremano i clienti delle baby squillo, almeno una trentina secondo
intercettazioni telefoniche e ambientali. Finora, ne hanno identificati cinque
grazie alle tracce trovate sui cellulari delle ragazzine.
Ma alla lista si
aggiungeranno nuovi nomi e cognomi, per contestare il grave reato di sfruttamento
della prostituzione minorile: rischiano condanne da uno a sei anni di
reclusione.
Le due ragazzine sempre vestite griffate e, per questo invidiate,
dalle compagne di liceo avevano esposto nella loro bacheca di Facebook
fotografie indicative della loro procacità e dimestichezza col sesso. Resta ora
da capire se i loro sfruttatori, che non a caso le avevano adescate su Facebook
e quindi avviate alla prostituzione, avessero contatti con altre minorenni.
Al
momento, cè solo unintercettazione telefonica piuttosto vaga a conferma di
questipotesi, cioè quella in cui uno sfruttatore, per convincere una delle due
ragazzine a ubbidirgli, la minaccia dicendo che altrimenti avrebbe fatto
lavorare le altre.
Finora soltanto la mamma di una delle ragazzine, una
43enne barista, ha ammesso: Sapevo quello che faceva mia figlia ma non lho
fermata perché avevo i debiti da pagare.