Cancellieri, Renzi: “Dimissioni ministro. Recuperiamo fiducia del paese”

di Emma Zampella

 ROMA. Matteo Renzi vuole le dimissioni del ministro della Giustizia, ma le opinioni nel Pd sono spaccate. Il caso Cancellieri continua a tenere banco e a preoccupare il governo.

L’unica certezza sembra venire dal sindaco di Firenze che sull’argomento ha chiosato: “Se cambia il ministro della Giustizia il governo Letta è più forte, non più debole”. Un’affermazione che viene argomentata in modo preciso e provocatorio: “Con questo ministro qualsiasi intervento sulle carceri, qualsiasi posizione sulla riforma della Giustizia sconterà un giudizio diffidente di larga parte degli italiani. La cosa più importante per il primo cittadino toscano è che Annamaria Cancellieri lasci il suo incarico da ministro, dicendosi così favorevole alle dimissioni indipendentemente dall’avviso di garanzia o meno”.La vicenda che riguarda la Cancellieri “non è un problema giudiziario”, afferma Renzi ma “un problema politico”, perché il caso Ligresti “ha minato l’autorevolezza istituzionale e l’idea di imparzialità”.

Non è ancora detta, però, l’ultima parola. La decisione importante sarà quella che verrà fuori dalla riunione dei deputati, anche se il partito di sinistra, continua a sostenere e a credere in passo indietro spontaneo della Cancellieri. All’assemblea non è esclusa la presenza di Enrico Letta, che sta valutando se andare o meno.

Al premier, in queste ore, stanno arrivando spinte contrapposte. La sua sola presenza potrebbe chiudere il caso perché una sfiducia a Cancellieri si trasformerebbe in una sfiducia al presidente del Consiglio ed è opinione comune che al dunque la maggioranza del gruppo non potrebbe che attenersi alla linea scelta due settimane fa, quando fu confermato il sostegno al ministro. Ma il rischio di una prova di forza interna è reale.

Per questo i “franceschiniani” hanno consigliato a Letta di non andare: il voto, che al momento potrebbe risolversi o in una bocciatura di Renzi o in una bocciatura di Napolitano che il Guardasigilli continua a difendere, rischia di trasformarsi in una bocciatura del premier. Dopodiché, scrive il sindaco di Firenze, “siccome siamo un partito e non un’accozzaglia di gente, tutto il gruppo vota secondo le indicazioni della maggioranza. Se fossi segretario chiederei di partecipare alla discussione. Non lo sono, almeno per il momento e non sono parlamentare: dunque non ho titolo per esserci. Io so cosa rischia il Pd in termini di distacco dal Paese e dall’opinione pubblica. Ma non ne faccio una questione di convenienza elettorale: ne faccio una questione di prestigio delle Istituzioni. Dobbiamo recuperare la fiducia delle persone nel fatto che in Italia le regole valgono per tutti e non solo per gli amici degli amici: questa è una bella occasione per dare un segnale”.

Intanto, Gianni Cuperlo ha auspicato che sul caso Cancellieri “il Pd discuta tutto insieme, come deve fare un partito. Mi auguro che il segretario e il presidente del Consiglio intervengano all’assemblea del Pd per chiarire e fugare ogni dubbio”. “Ho già avuto modo di dire – ha aggiunto Cuperlo – che serve una riflessione da parte del ministro Cancellieri, che ha sempre dimostrato grande spirito di servizio nei confronti dello Stato, insieme ad Enrico Letta: deve valutare se esistano le condizioni di serenità e di opportunità politica per poter continuare a svolgere un ruolo così delicato”.

Un voto convinto alla sfiducia alla Cancellieri arriva anche da Maroni che ha affermato: “Voteremo sì alla mozione di sfiducia contro Cancellieri”. Il leader di Lega Nord ha poi aggiunto: “Le novità che sono emerse rendono incompatibile il proseguimento dell’attività del ministro della Giustizia. Mi auguravo che il suo senso delle istituzioni le consigliasse di dimettersi”.

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