assassinare anche Andreotti e suo figlio. Se ne dovevano interessare i
capimafia Graviano a Roma, ma ci furono problemi perché gli fu rinforzata la
scorta.
Sono le rivelazioni delpentito Francesco Onorato durante la deposizione al processo sulla
trattativa Stato-mafia. Dopo il maxi-processo – ha raccontato Onorato – una
serie di politici vennero contattati da Cosa nostra: tra loro anche Salvo Lima che non si presentò
all’appuntamento.
A Riina, non piacque l’atteggiamento dell’eurodeputato Dc
che era nella lista dei politici da eliminare. Martelli -continua Onorato -lo abbiamo fatto diventare
ministro noi, abbiamo anche investito 200 milioni di vecchie lire. Cosa nostra
voleva farlo diventare nell’88 ministro di Grazia e Giustizia, perché si diceva
che piano piano avrebbe fatto uscire i mafiosi dal carcere e che nessuno doveva
stare molto in carcere.
Durante la sua deposizione, Onorato ha poi ribadito
che Cosa nostra avrebbe voluto uccidere diversi politici: Ho eseguito anche
dei pedinamenti a Valdesi per seguire Vizzini, anche Mannino doveva essere
ucciso. C’era una specie di lista: si dovevano uccidere i cugini Salvo, Andreotti, Martelli, Craxi, e Salvo Lima era il primo della
lista. Nella lista c’erano pure Serafino
Ferruzzi e Raul Gardini.
Ha
anche parlato di Marcello Dell’Utri,
imputato del processo per la trattativa: Ho avuto direttamente a che fare con Dell’Utri,
non per sentito dire. Alla domanda del pm Antonino
Di Matteo se ci sono altri delitti sollecitati a Riina da esponenti
politici o istituzioni, Onorato ha risposto: Per quello che so Mattarella è stato pressato da altri
politici.
E ancora: I politici a Riina prima gli hanno fatto fare le cose,
poi l’hanno mollato. Prima ci hanno fatto ammazzare Dalla Chiesa i signori Craxi e Andreotti che si sentivano il fiato
addosso. Poi nel momento in cui l’opinione pubblica è scesa in piazza i
politici si sono andati a nascondere. Per questo Riina ha ragione ad accusare
lo Stato. Sento parlare di trattativa tra Stato e mafia. Ma quale trattativa?
Io ho visto la convivenza tra politica, Stato e mafia.