ROMA. La commissione Bilancio del Senato prosegue a rilento le votazioni sugli emendamenti alla legge di stabilità. Nella serata di sabato 23 novembre i senatori hanno concluso l’articolo 9 ma il ddl conta ben 26 articoli.
L’obiettivo resta chiudere in Commissione entro stanotte, ma secondo fonti di governo è più probabile che si arrivi a lunedì mattina. Continua nel frattempo il lavoro di maggioranza e governo per cercare di sciogliere i ‘nodi’, in primis quello sulla casa. La norma, così viene riferito in ambienti parlamentari, potrebbe arrivare nella giornata di oggi (domenica 24 novembre, ndr) in un emendamento dei relatori ma il governo non nasconde di avere problemi nel trovare le coperture.
Intanto, però, il nuovo cuneo è definito: le risorse messe a disposizione dal governo (5 miliardi in 3 anni, di cui 1,6 nel 2014) non sono state aumentate, deludendo in ciò le aspettative dei partiti di maggioranza. Si è deciso quindi di concentrare le detrazioni a favore dei redditi medi e bassi, tra gli 8.000 e i 35.000. I benefici più consistenti li avranno i redditi tra i 15.000 e i 18.000 euro, con detrazioni di 225 euro l’anno.
Tempi stretti dunque in Commissione dove ormai i senatori di Forza Italia si comportano come gruppo di opposizione e si astengono sugli emendamenti: astensione che al Senato equivale a voto contrario. Sulla fiducia, anche questa più che probabile, FI ha fatto capire di essere orientata a votare contro.
Se la V commissione riuscirà a dare il via libera alla legge di stabilità tra oggi e lunedì, approderà all’esame di Palazzo Madama nel pomeriggio del 25 novembre come previsto da calendario, alle ore 15. L’obiettivo, come ha sottolineato il sottosegretario Giovanni Legnini, rimane quello di chiudere l’esame al Senato entro mercoledì 27.
Data cruciale perché è proprio il 27 che dovrebbe esserci il voto sulla decadenza di Berlusconi. Anche se la conferenza dei capigruppo del 5 novembre scorso aveva stabilito che il voto su Berlusconi si tenesse il 27 ma “a conclusione della sessione di bilancio”.
Tra le altre ipotesi, però, ci sarebbe anche quella ventilata dal viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, di poter votare la stabilità anche nei giorni successivi al 27 perché “non c’è – ha ricordato Fassina – una scadenza necessaria”.