15 no e 61 astenuti, il decreto scuola è stato approvato anche dal Senato e
diventa così legge dello Stato.
Il decreto andava approvato entro l11
novembre, pena la decadenza- sottolinea il presidente della Commissione cultura
al Senato Andrea Marcucci (Pd)-.
Abbiamo fatto una valutazione complessiva del provvedimento e il giudizio è
positivo, soprattutto perché il governo mette finalmente mano alle condizioni pietose
in cui versano i nostri edifici scolastici: tra questo decreto e quello del
Fare cè quasi un miliardo a disposizione, e un ordine del giorno approvato dal
governo prevede che questi fondi siano indirizzati in maniera particolare verso
le aree ad alto rischio sismico.
Tra le altre istanze accolte dal governo, cè
limpegno a occuparsi delle classi-pollaio e delle agevolazioni fiscali per le
famiglie meno abbienti, e a varare misure urgenti per il reclutamento dei
ricercatori.
Avallata anche la proposta di potenziare la storia dellarte,
richiesta giunta fino al Parlamento grazie a una petizione firmata da 15mila
persone e una mobilitazione di decine di nomi importanti della cultura
italiana.
Restano però due questioni rimaste aperte, specifica Marcucci: Si
tratta dei 41 milioni mancati alle università virtuose, per i quali si pensa ad
un provvedimento ad hoc, e i 40 milioni aggiuntivi per le borse di studio, che
dovrebbero trovare posto nella legge di stabilità.
Cento milioni finanzieranno
il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari a partire dal 2014
e per gli anni successivi. Ottocentocinquanta milioni per ristrutturare o
tirare su di sana pianta le scuole del nostro Paese.
Lunica graduatoria
che viene toccata dal decreto è quella dei dirigenti scolastici: si trasforma
da graduatoria di merito in graduatoria ad esaurimento, con lobbligo di
assumere i 2386 presidi in lizza prima di bandire un nuovo corso-concorso, che
sarà la nuova modalità per selezionarli.
Per le assunzioni, sarà definito un
piano triennale di immissioni in ruolo del personale docente, educativo ed Ata-
Ausiliari tecnici e amministrativi per gli anni scolastici 2014/2016, per un
totale di 69 mila docenti e 16 mila Ata. I nuovi docenti non dovranno più
restare cinque anni, ma solo tre, nella provincia assegnata.