RECALE. Anche la moda diventa ecosostenibile e punta sul riciclo e sullutilizzo di abiti e di accessori green.
Attraverso il recupero di materiali davanzo, come scarti di pelle e di tessuto, fino alle borse e agli accessori creati mediante il riciclo creativo, lobiettivo principale, sia delle grandi firme che di quelle di massa, diventa, ogni giorno di più, è il rispetto dellambiente in cui viviamo e il risparmio di materie prime e di energia.
L’associazione Cruna ha intercettato questa tendenza e ha chiesto allo stilista Carmine Vallone di Recale di realizzare un abito da sera per una “cenerentola ecochic”, sfruttando solo pezzi di stoffa di risulta e capi usati. Il vestito sarà messo in vendita domenica 24 novembre nei locali della chiesa di Santa Maria Assunta, in via Municipio, e il ricavato verrà devoluto in beneficenza.
L’asta sarà l’evento conclusivo della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”, intitolata “Operazione San Martino”, che Cruna ha organizzato in collaborazione con lIstituto comprensivo Giovanni XXII, diretto da Vincenza Della Valle, con il Coger, presieduto da Anna Stellato, con lOratorio SantAntimo animato da Daniela De Bartolomeo, con la Caritas parrocchiale, il cui responsabile è il diacono Michele Tagliafierro e con le Dame di San Vincenzo, coordinate da Giuseppina Lauritano Manzo.
Lazione principale del progetto, validato dalla Commissione SERR 2013, prevede il recupero di abiti usati: i capi saranno donati, sabato 23 novembre, dagli studenti di Recale e, attraverso le dame di San Vincenzo e la Caritas, arriveranno a chi ne ha davvero bisogno. Quelli inutilizzabili saranno trasformati in oggetti di uso comune (borse, porta cellulari, sciarpe) dai ragazzi, con laiuto degli insegnati, del Coger e dell’Oratorio. Domenica mattina nel cortile della chiesa le vincenziane saranno presenti con un banchetto per ultimare la raccolta.
«”Operazione San Martino” – spiega Michele Lasco, portavoce di Cruna – ha lo scopo di trasmettere un messaggio che travalica il semplice rispetto per lambiente. Un oggetto recuperato non solo non diventa rifiuto, ma dimostra che, sommersi dal superfluo, non ci rendiamo conto di possedere di più di quanto ci serve e della possibilità di poterlo dividere con chi, invece, vive un momento di difficoltà».