ORTA DI ATELLA. In qualità di rappresentante del candidato Peppe Roseto, ho partecipato ininterrottamente alle riunioni della commissione provinciale per il congresso.
Sono stato presente durante i confronti (a volte divenuti anche scontri) che si sono svolti con lunico obiettivo di garantire lo svolgimento di un congresso provinciale, leale, trasparente e non turbato da qualsivoglia ingerenza di apparati e centri di potere, interni ed esterni al partito. Mi sono impegnato nella garanzia di Roseto e dei candidati delle sue liste, difendendo il Pd di Caserta dai tanti fiancheggiatori che si sono mossi per fini esclusivamente personali. Tanto in una dialettica democratica forse lunga, in alcuni tratti anche dura.
Una dialettica democratica, però, improntata, sempre, al rispetto delle regole. Nello svolgimento dei mio ruolo in commissione, a difesa dell’innovativa idea di partito che porta avanti Peppe Roseto, mi sono opposto alle nomine dallalto. Contro chi voleva e vorrebbe, ancora, un Congresso a giochi fatti.
Purtroppo, chi non è abituato a competere non potrà mai capirlo. E, infatti, non lo ha capito! Mi sento quindi, di ringraziare, così come ha fatto già ieri Roseto, e di congratularmi con tutti gli undici componenti della commissione, che, con spirito di abnegazione e senso di appartenenza, non hanno disprezzato di lavorare, con riunioni interminabili, spesso, durate fino a notte inoltrata, per consentire che si arrivasse ad un congresso che garantisse il più ampio coinvolgimento possibile e la maggiore partecipazione democratica degli iscritti e dei simpatizzanti del partito.
Tutto questo, nella convinzione che si deve, ancora, migliorare e che le critiche servono proprio per evitare il ripetersi di errori. Ciò detto, non è assolutamente giusto, però, che, chicchessia, in special modo uno dei candidati, non solo ha preferito farsi portare in carrozza (ed è una sua scelta) ma, soprattutto, si permetta di esprimere giudizi del tutto sommari e privi di qualsiasi fondamento sulloperato della stessa commissione.
La sua ingiustificata ostinazione ha reso necessario un intervento dalla sede romana per dirimere la questione e ratificare ciò che poteva essere deciso a Caserta, in piena autonomia. Chi diceva che o si votava il 3 o avrebbe ritirato la candidatura (anche dietro minacce di richieste di commissariamento) è rimasto smentito. Si voterà il 10 novembre!
Entrambi i candidati (senza che nessuno si sia ritirato) avranno la possibilità di avviare un confronto sereno e squisitamente politico su quelli che sono i veri temi che interessano il territorio. Non si comprende, quindi, il senso di alcune sortite sui mezzi di comunicazione. Non potendo più sottrarsi al confronto politico, si cerca di spostare tutto sulla polemica. La partita, finalmente, si gioca. Non ci sarà più il risultato a tavolino.
La commissione tutta ha garantito, per il bene del partito democratico casertano, che il nuovo segretario sarà eletto e non nominato. Chi ha paura di perdere non vuole più giocare. Questo non è segno di coraggio. Vogliamo un segretario che sappia fare, anziché apparire. La prosopopea la lasciamo agli altri. Lelogio di se stesso, in questo mese, è diventato lelogio del nulla.
Francesco Piccirillo