Terremoto, la lunga notte nel Matesino: “Abbiamo visto la morte in faccia”

di Antonio Taglialatela

 Caserta. “Qui abbiamo visto la morte in faccia”, racconta una delle persone che ha vissuto a Piedimonte Matese il forte terremoto di magnitudo 4.9, verificatosi domenica, pochi minuti dopo le 18, nella zona matesina.

Vigili del fuoco, Protezione civile e forze dell’ordine hanno lavorato tutta la notte per aiutare chi ha scelto di allontanarsi da casa e dormire in auto, non solo nel Matesino, ma in diverse zone della Campania, viste le crepe nei muri e la paura che un nuovo sisma possa determinare dei crolli.

Le repliche. Sono state più di 130 le repliche di magnitudo pari o superiore a 2. Di queste, 96 sono avvenute nella giornata di domenica e 34 lunedì mattina, sette sono state di magnitudo superiore a 3. Sia la scossa principale di 4.9 che le repliche sono avvenute lungo una faglia che si estende per circa 10 chilometri da nord-ovest e sud-est, parallelamente all’Appennino. “La faglia che si è rotta con la scossa principale potrebbe essere più piccola, con un’estensione di cinque o sei chilometri – osserva Alessandro Amato, dell’Istituto Superiore di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) – ed è normale che le repliche interessino una zona più ampia”. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Le scosse hanno avuto ipocentro tra i 10,4 e i 9,6 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni casertani di Castello del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Gregorio Matese e San Potito Sannitico e di quello beneventino di Cusano Mutri.

Allarme dei geologi campani. “In Campania – sostiene Francesco Peduto, presidente dei Geologi della Campania – ben 4608 edifici scolastici e 259 ospedali sono localizzati in aree ad elevato rischio sismico. Tutti i comuni secondo l’ultimo aggiornamento delle mappe sismiche sono stati classificati, a diverso grado, a rischio sismico e circa il 50% ha subito quantomeno un incremento di classe sismica, oppure è stato classificato sismico mentre prima non lo era. E’ normale, quindi, chiedersi se le scuole dei nostri figli, gli ospedali, gli edifici pubblici e le nostre case siano sicure”. Sul rischio di nuove forti scosse, Peduto sottolinea: “Geologi e sismologi non possono prevedere il futuro. Piuttosto, governo e istituzioni locali, insieme, dovrebbero recuperare il tempo perduto. In Campania non abbiamo ancora il cosiddetto ‘fascicolo del fabbricato’, anche se abbiamo fatto passi in avanti sul rischio idrogeologico”.

Terremoto, le immagini delle zone colpite

Terremoto, panico in un’abitazione a Napoli

Le testimonianze dei napoletani

I danni.

A Piedimonte Matese si sono verificate delle crepe in alcune abitazioni e all’interno della chiesa Gratia Plena. Altri lievi danni alle chiese diSan Gregorio Matese e Alife. Paura anche ad Aversa dove sono caduti i calcinacci dalle mura di un edificio in ristrutturazione nel cuore del centro storico, mentre nel rione popolare al confine con Teverola gli abitanti sono scesi in strada dopo che il sisma ha scosso le fondamenta di una palazzina. Evacuate alcune case del centro storico di Fontegreca per questioni di sicurezza. Scene di panico a Casapesenna durante la celebrazione della messa nei 15 secondi della prima scossa. Annullate molte manifestazioni natalizie in programma per la serata in tutto il Casertano.

La paura del Vesuvio. In molti hanno pensato a un’attività sismica legata all’attività del Vesuvio. Alcuni hanno portato con sé anche generi di prima necessità con la preoccupazione di ulteriori scosse più violente. A Napoli, così come accertato dai vigili del fuoco, ci sono stati soltanto alcuni ascensori bloccati e qualche crepa nei muri, ma nessuna criticità particolare.

I furti. Non sono mancati gli sciacalli: segnalati dei furti nella notte a Capriati al Volturno e a Pratella. I ladri hanno approfittato del caos del terremoto e del fatto che in molti hanno preferito dormire in auto per entrare nelle abitazioni e trafugare oggetti di valore.

I feriti. Un uomoè rimasto ferito, a Maddaloni (Caserta), dopo essersi lanciato dal balcone di casa in preda al panico, ma senza riportare gravi ferite. A Cassino (Frosinone), una donna scesa in strada per la paura del terremoto è stata investita da un’auto:è grave, ma non in pericolo di vita.

Uomo muore di infarto. A Napoli, nel quartiere Secondigliano, un 57enne, già malato di cuore, è morto d’infarto durante il sisma. Trasportato in ambulanza al “San Giovanni Bosco” è deceduto subito dopo il ricovero. E in Molise diverse le persone colte da malore per lo spavento.

Acquedotto chiuso per frana. Mille persone rimaste senza acqua. Una frana, provocata dal terremoto, ha determinato la chiusura dell’acquedotto comunale di San Gregorio Matese, piccolo Comune matesino prossimo all’epicentro. I rifornimenti sono garantiti da un autobotte. La Protezione Civile ha fatto sapere che i tecnici stanno intervenendo per riparare il guasto rapidamente.

Insulti razzisti sui social network. La pochezza di molti utenti di Facebook e Twitter non ha mancato di manifestarsi nemmeno in occasione di un dramma. “Un altro terremoto e morirete tutti, pezzi di m…”, “Terremoto pensaci tu!!!”, ”Perché siete ancora vivi scarafaggi?”, “Morirete insieme al vostro paese di m…”. Sono solo alcuni degli insulti razzisti comparsi subito dopo la scossa. Indignazione tra gli utenti napoletani e non solo, alcuni dei quali hanno anche proposto di denunciare, attraverso una sorta di “class action”, i profili da cui sono state postate le frasi.

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