Sud Sudan, colpito aereo militare Usa: 4 feriti

di Redazione

 Kampala. Un aereo militare Usa è stato colpito durante le operazioni di evacuazione di cittadini americani in Sud Sudan.

Lo rendono noto fonti dell’esercito ugandese, che hanno riferito che contro il velivolo americano è stato aperto il fuoco da terra mentre stava sorvolando Bor, capitale dello Stato di Jonglei. La notizia è stata confermata dal Dipartimento delle Difesa, che ha comunicato che ci sono quattro militari feriti. Uno è in gravi condizioni.

Fonti militari locali, a condizione di anonimato, attribuiscono l’attacco a soldati disertori che controllano la regione di Bor, dove si sono verificate alcune delle peggiori violenze della scorsa settimana. Il Commando Africa dell’esercito Usa ha riferito che l’aereo stava “partecipando a una missione per evacuare cittadini americani a Bor”. “Dopo essere stato colpito da terra mentre si avvicinava alla località, il velivolo ha cambiato la rotta verso una base aerea fuori dal Paese e ha interrotto la missione”, si legge in una nota. “I soldati feriti sono stati curati”. La forza aerea impegnata non viene identificata, ma secondo un ufficiale si sarebbe trattato di mezzi Osprey, che possono volare sia come elicotteri sia come aerei.

Nella zona da quasi una settimana sono in corso combattimenti tra fazioni rivali dell’esercito. Il portavoce dei militari, colonnello Philip Aguer, ha detto che le truppe del governo non hanno il controllo di Bor: “E’ sotto il controllo delle forze di Riek Machar”.

Il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, di etnia Dinka, questa settimana ha denunciato che a scatenare le violenze in corso è stato un tentato colpo di Stato e ha incolpato il vice presidente Machar, di etnia Nuer, la cui destituzione da numero due al potere ha scatenato tensioni etniche. Secondo altri alti ufficiali, una disputa tra i membri delle due etnie nella guardia presidenziale ha dato il via agli scontri.

Fonti ufficiali hanno fatto sapere che ieri un elicottero delle Nazioni unite è stato colpito da spari e gravemente danneggiato, nello Stato di Jonglei in Sud Sudan, dove oggi sono state attaccate le forze aeree Usa. Rob McKee della Warrior Security ha dichiarato che l’elicottero è stato colpito mentre cercava di evacuare personale dalla base di Yuai nello stato di Jonglei. Non ci sono stati feriti, il veliolo ha effettuato un atterraggio di emergenza e i piloti si sono allontanati.

Nelle violenze in corso nel Paese sono morte centinaia di persone e i leader mondiali hanno lanciato l’allarme, temendo che in Sud Sudan prenda il via una vera e propria guerra civile. Il Sud per decenni ha combattuto con il Sudan, prima di raggiungere un accordo di pace nel 2005, risultato in un referendum sull’indipendenza nel 2011. Grazie ad esso, il Sud si è reso indipendente dal Nord, controllando gran parte della regione ricca di petrolio.

Ieri gli esperti di un Gruppo di crisi internazionale hanno dichiarato ad Associated Press che i ribelli hanno preso il controllo di almeno alcuni campi petroliferi del Sud, sviluppo che potrebbe trascinare l’area in un conflitto. Il petrolio del Sud scorre verso nord attraverso condutture che passano in Sudan, fornendo a Khartum importanti introiti economici.

Sempre ieri, il Consiglio di sicurezza Onu ha dichiarato che le violenze durate una settimana sono il risultato di una “disputa politica tra i leader politici del Paese” che potrà riguardare non solo il Sud Sudan, ma anche le nazioni vicine e l’intera regione. Questa settimana il presidente Usa, Barack Obama, ha inviato truppe americane per contribuire alla protezione dell’ambasciata americana a Juba. Questa ha organizzato almeno cinque voli di emergenza per evacuare i cittadini statunitensi dal Paese, e lo stesso hanno fatto con i propri cittadini anche Italia, Germania e Regno Unito.

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