Pescara. Era costretta a fare sesso con il suo datore di lavoro una volta alla settimana, così come da “contratto”.
Un contesto che emerge dallo scandalo scoppiato alla Regione Abruzzo con larresto, a metà novembre, dellassessore alla Cultura Luigi De Fanis per truffa aggravata e peculato. Secondo quanto riporta Repubblica, De Fanis, politico del Pdl di 53 anni, pretendeva sesso dalla sua segretaria. Tutto avveniva in cambio di denaro: 36mila euro allanno. Il contratto, come racconta il quotidiano, era custodito in casa della giovane donna di 32 anni che laveva però strappato in mille pezzi. Sono occorsi giorni, agli inquirenti, per rimetterlo insieme.
Laccordo è stato trovato nell’abitazione della donna durante una perquisizione della polizia. Anche la 32enne era stata arrestata, insieme a De Fanis, con laccusa di essere complice dellassessore nel chiedere tangenti ai piccoli operatori culturali. Durante un interrogatorio la donna avrebbe confermato di aver avuto una relazione con lassessore. Era ossessionato da me – ha spiegato – mi ha costretto a firmare quel contratto. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura….
I reati contestati a De Fanis sono concussione, truffa aggravata e peculato. Delle quattro misure cautelari, due sono agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora. Lindagine – coordinata dal procuratore capo di Pescara, Federico De Siervo e dal sostituto procuratore Giuseppe Bellelli – punta a chiarire le modalità con cui sono stati assegnati i contributi regionali per organizzazione, adesione e partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali, tra cui il 150esimo anniversario della nascita di Gabriele dAnnunzio.