MILANO. L’ex imam della moschea milanese di viale Jenner, Abu Omar, è stato condannato dal gup di Milano Stefania Donadeo a sei anni di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale.
La sentenza di condanna arriva a quasi 11 anni di distanza dal rapimento dell’ex imam ad opera della Cia. Abu Omar è stato processato con rito abbreviato in contumacia, perché si trova in Egitto. Per lui il procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, aveva chiesto la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione.
Prima di essere sequestrato nell’ambito di un’operazione di ‘Extraordinary rendition’ ad opera della Cia e, secondo l’accusa, con la compiacenza del Sismi, Abu Omar era sotto indagine per terrorismo internazionale in un’inchiesta della Digos, coordinata dagli allora pm del pool antiterrorismo Armando Spataro e Ferdinando Pomarici. Il sequestro dell’ex imam avvenne il 17 febbraio 2003 e Abu Omar venne portato in Egitto, dove fu anche torturato.
Nel 2005, tra l’altro, i pm avevano chiesto e ottenuto un mandato di cattura internazionale proprio per l’accusa di terrorismo internazionale, ma l’Egitto non diede mai risposte. Secondo l’accusa, tra il 2000 e il 2003 Abu Omar faceva parte assieme ad altri 13 stranieri, molti dei quali già condannati in via definitiva, di un’associazione che aveva “lo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all’estero”. Il gruppo faceva riferimento alla sigla ‘Ansar al Islam’ e aveva un “programma criminoso condiviso con similari organizzazioni attive in Europa, Nord Africa, Asia e Medio Oriente”.
Nell’ambito della vicenda del sequestro sono già state emesse 33 condanne, tra cui 23 definitive per agenti della Cia. Il 16 dicembre, invece, in Cassazione si terrà l’udienza per gli ex vertici del Sismi, Nicolò Pollari e Marco Mancini, condannati rispettivamente a 10 e 9 anni di reclusione.
Abu Omar ha sempre respinto l’accusa di terrorismo internazionale e ha sempre detto di essersi “limitato ad aderire ad un percorso politico-ideologico per professare il proprio credo e la propria fede”. Lo ha spiegato il suo legale, l’avvocato Carmelo Scambia, parlando con i cronisti dopo la sentenza di condanna a sei anni per terrorismo internazionale a carico dell’ex imam. L’avvocato Scambia ha chiarito che Abu Omar si trova ad Alessandria d’Egitto, tecnicamente libero “ma ha tanti occhi che lo seguono e deve dimorare nel paesino in cui è senza poter andarsene”.
“Davo per scontato l’esito di questo processo – ha spiegato il legale – c’era da stabilire solo la quantificazione della pena che in linea teorica poteva arrivare anche a 10 anni. Ora vedremo le motivazioni e vedremo anche se ci saranno riferimenti al rapimento che ha subito”. L’avvocato ha chiarito inoltre che Abu Omar “aspettava tranquillo di capire cosa sarebbe successo in questo processo, ma lui ha sempre respinto le accuse”. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra quaranta giorni.