SantArpino. Francesco Capone interviene sulla nota di SantArpino Libera@Democratica nella quale sono state chieste le dimissioni di Eugenio Di Santo e dellintera maggioranza.
Per prima cosa dichiara lex candidato sindaco di L@D ci tengo a precisare che quel comunicato non è stato condiviso con il sottoscritto, che fino a prova contraria fa parte del gruppo consiliare di Libera@Democratica. Trovo gravemente scorretto quanto accaduto oggi, e fuori da ogni regola democratica e civile. Ma la cosa davvero più sconvolgente è che a chiedere le dimissioni del Di Santo e della maggioranza siano anche personaggi che fino a pochi giorni prima dellarresto del sindaco avevano trovato un accordo con lui, andandosi a vendere i voti dei cittadini che lo scorso maggio avevano scelto la lista opposta a quella del sindaco. E sono chiaro e faccio i nomi e cognomi. Parlo di quei personaggi che si riconoscono nel Pd, il duo composto da Giuseppe Savoia e Salvatore Maisto, i consiglieri Adele DAngelo ed Elpidio Maisto, che stavano aprendo le porte dei democratici al Di Santo preparandone la campagna elettorale per le regionali in pompa magna. Personaggi che oggi cavalcando londa di quando è successo sono due volta giuda, e tradiscono il Di Santo già con le spalle al muro, dopo aver tradito gli elettori. Del resto già nelle ore seguenti allarresto del primo cittadino uno storico esponente dei democratici santarpinesi, Giovanni Brassotti, su facebook chiedeva ai suoi amici come mai non avessero previsto limprevisto.
Dunque, continua Capone non sono questi signori che possono avere la statura morale di chiedere le dimissioni di alcuno se non presentando prima le loro. Dal canto mio, sono rimasto in silenzio in questi giorni per rispetto delle festività natalizie e dellintera famiglia Di Santo, ma tutti sanno a SantArpino che sto chiedendo le dimissioni del sindaco e dei suoi da mesi e mesi con interventi in consiglio comunale, dichiarazioni e volantini firmati in autonomia dal sottoscritto. Ma oggi non chiedo solo, per la millesima volta, le dimissioni del Di Santo e della maggioranza, ma di tutti. E siamo onesti Di Santo & C. al momento del loro insediamento 5 anni or sono hanno trovato un sistema già perfettamente oliato, un sistema familistico che nel corso della consiliatura Savoia aveva toccato apici drammatici tanto che ci fu una vera ribellione popolare nel 2008 in occasione del voto. Tutto ciò non assolve minimente Di Santo che lha portato avanti in spregio a qualsiasi regola di trasparenza. Non possono essere coloro che hanno creato questa situazione ad ergersi a paladini della legalità.
Tutti conclude Capone debbono fare un passo indietro per lasciare spazio ad una nuova classe dirigente fatta di giovani e persone che non hanno avuto alcun ruolo in questi decenni. Io personalmente sono pronto a farne non uno ma mille passi indietro e a lasciare il passo alle nuove leve. Per questo, per salvare lonore di SantArpino: dimettiamoci tutti.