Aversa. Nel pomeriggio del 25 gennaio, giorno della festa della Conversione di San Paolo apostolo, patrono della città di Aversa e della diocesi, con una riuscitissima manifestazione che ha visto la partecipazione di autorità cittadine, religiose e militari, …
… il piazzale davanti alla caserma dei carabinieri è stato intitolato a monsignor Giovanni Gazza, vescovo di Aversa dal 1980 al 1993. Nella chiesa parrocchiale di Santa Teresa del Bambino Gesù, al Parco Coppola, retta da don Ferdinando Piatto, è stato commemorato il vescovo Gazza, che arrivò in città pochi giorni dopo il terremoto del 1980.
Liniziativa, approvata con delibera della giunta comunale del 3 febbraio 2012, partì proprio dalla comunità parrocchiale di Santa Teresa, di cui si è fatto portavoce il consigliere Paolo Santulli, che è anche intervenuto alla manifestazione a nome dellamministrazione comunale, ricordando che con la Sua proposta ha dato esecuzione alla volontà dellintera cittadinanza.
Il vescovo Angelo Spinillo ha ringraziato vivamente la civica amministrazione per questa nobile iniziativa per perpetuare il ricordo di un vescovo, pastore di questa Chiesa locale, che ha vissuto intensamente e generosamente il suo ministero in questa Diocesi ed ha sviluppato un dialogo rispettoso e sapiente con la società civile di questa terra. Spinillo, anche se non ha conosciuto Gazza, ha evidenziato un segno forte e bello da condividere con la comunità aversana proprio nello stemma episcopale del vescovo Gazza che mise come suo stemma lArco dellAnnunziata sormontato dalla stella simbolo della Madonna, segno di spiritualità intensa e damore nei confronti della città in cui era stato inviato ad esercitare il suo ministero apostolico.
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Il vescovo di Avellino, Francesco Marino, originario della diocesi di Aversa, che ha esercitato il servizio pastorale durante lepiscopato del vescovo Gazza, ha ricordato la figura dellillustre presule, tracciando brevemente i passi del suo ministero episcopale ad Aversa dal 1980 al 1993. Nei tredici anni di governo pastorale del vescovo Giovanni Gazza la Chiesa di Aversa è stata tutta un cantiere di lavori, davvero mirabile: opere ideate, avviate, completate e che si vanno realizzando tenacemente: per la carità pastorale verso la popolazione ha istituito 12 nuove parrocchie, tra cui nella città di Aversa Santa Teresa di Gesù Bambino e quella dell’Abbazia di San Lorenzo Fuori le Mura; ha fondato l’Istituto di Scienze Religiose San Paolo, ha istituito lUfficio Arte Sacra e Beni Culturali ecclesiastici, lArchivio Storico Diocesano, la Cappella Musicale Lauretana; riaperto al culto il 12 settembre 1987 la monumentale chiesa cattedrale; favorito il ritorno dei Frati Minori Conventuali nellantico Convento francescano di SantAntonio al Seggio. Per monsignor Marino il vescovo Gazza fu un pastore di grande umanità, con uno stile tipicamente evangelico, con linguaggio semplice ma profondo, con una personalità dalle connotazioni ben precise.
Connotazioni che il suo Vicario generale, monsignor Nicola Comparone, successivamente vescovo di Alife-Caiazzo, espresse in modo lapidario negli auguri per il XXV di episcopato Monsignor Gazza ha intuito vivo, una volontà ferma, un linguaggio semplice e convincente; è calmo perché sempre padrone di sé. La nobiltà di tratto ne rivela l’elevatezza d’animo, la sua amabilità ti avvince, l’umiltà grande ti sconcerta, la freschezza spirituale t’incanta, la cordialità te lo fa sentire amico. Un vescovo di grande umiltà pastorale. Per Marino Gazza aveva una grande capacità di creare comunione e promuovere io bene, con attenzione vigile alle persone. La sua calda umanità si era forgiata alla scuola dei missionari saverianai di cui fu anche superiore generale.
Ha portato la sua testimonianza a nome dei Missionari Saveriani il novantacinquenne padre Francesco Cavallo, confratello che ha accompagnato Gazza nei tredici anni del suo episcopato aversano. Dopo la commemorazione è stata scoperta la targa del Piazzale Mons. Giovanni Gazza – Vescovo di Aversa. Alla fine a tutti gli intervenuti è stato donato un testo commemorativo, curato da don Ernesto Rascato, archivista diocesano.