Agguato di camorra a Baia e Latina: due arresti

di Redazione

 Caserta. Svolta nell’omicidio di Giuseppe Cantile, 44 anni, di Frignano, ritenuto vicino al clan Papa, trovato morto sabato mattina all’interno di una Fiat Bravo, a Baia e Latina, cittadina dell’Alto Casertano, nelle vicinanze della Palazzine popolari di via Caduti in Guerra.

Al termine di serrate indagini i carabinieri del reparto operativo di Caserta e quelli della compagnia di Capua hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal pm della Dda di Napoli Gloria Sanseverino, nei confronti di Arturo Pellegrino, 57 anni, di San Marcellino, ritenuto affiliato clan dei casalesi – fazione riconducibile al boss Giuseppe Papa, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e del figlio Vittorio Pellegrino, 34 anni.

A carico dei due gli inquirenti hanno raccolto gravi ed inconfutabili indizi di colpevolezza in merito all’efferato delitto. Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, corroborata da riscontri di polizia giudiziaria e da elementi talmente incontrovertibili da convincere i due a rendere piena confessione davanti al magistrato, a freddare Cantile, con due colpi di pistola calibro 7,65 al volto, quando l’uomo era appena salito a bordo della propria autovettura e si accingeva a recarsi al lavoro è stato Arturo Pellegrino, che immediatamente dopo l’azione di fuoco si è dileguato a bordo dell’auto Lancia Y, guidata dal figlio Vittorio.

L’azione delittuosa, scaturita all’interno dello stesso gruppo criminale (vittima e carnefice facevano parte dello stesso sodalizio criminale facente capo a Giuseppe Papa, in carcere al regime duro, egemone nell’Alto Casertano), va ricondotta alla volontà della vittima di escludere Arturo Pellegrino dalla divisione dei proventi delle illecite attività e dall’allontanarlo dal territorio d’influenza.

I due, rientrati nei pressi delle loro abitazioni, avevano ripreso le loro normali attività e, per evitare riconoscimenti, avevano anche fatto lavare e ripulire l’autovettura, che è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro. L’arma utilizzata per l’efferato omicidio, al momento non è stata rinvenuta. I due sono stati associati al carcere di Santa Maria Capua Vetere a disposizione della magistratura.

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