Napoli. Un omicidio, quello di Lino Romano, assassinato per errore il 15 ottobre 2012 nel quartiere di Marianella, che ha leso “l’immagine della città di Napoli e della Regione Campania, mettendo a repentaglio in modo esemplare lo sviluppo turistico e le attività produttive ad esso collegate”.
Queste le parole del gup Francesco Cananzi nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato lo scorso novembre all’ergastolo Salvatore Baldassarre, esecutore materiale dell’omicidio. Il giudice ha concesso a Comune e Regione, che si erano costituiti parti civili, un risarcimento di 30 mila euro ciascuno.
“Il tragico errore che ha condotto alla morte di Romano è dimostrativo della situazione di insicurezza dell’area urbana e regionale, essendo messa a repentaglio anche la vita di persone che nulla hanno a che fare con la criminalità organizzata. Questo messaggio di insicurezza trasmesso in modo globale, inficia lo sviluppo turistico nonché la possibilità di investimenti imprenditoriali e commerciali”.
Baldassarre, esponente del clan degli “Scissionisti”, intendeva uccidere Domenico Gargiulo, affiliato al clan rivale della “Vanella Grassi”. La svolta nelle indagini fu possibile grazie alla decisione di collaborare con la giustizia dei fratelli Gaetano e Carmine Annunziata e della loro madre Anna Altamura.
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