Napoli. “Noi non siamo più una Cenerentola”. Così, riferendosi al mercato e più in generale alla dimensione del suo Napoli, Aurelio De Laurentiis che ha presentato con il cardinale Crescenzio Sepe, nella chiesa di Donnaregina Vecchia,…
… il torneo di calcio giovanile inserito nel progetto Tutoring Diocesi-Calcio Napoli-Arriap Asd. La manifestazione partirà domenica 26 gennaio.
Il numero uno azzurro ha parlato anche di mercato. “Il calcio – ha detto – si porta dietro dettami vecchi. In Spagna ci sono delle abitudini, in Portogallo delle altre e in Francia delle altre. In Inghilterra e Germania delle altre ancora. Quando vai a negoziare: ‘Paese che trovi, mentalita’ che trovì, non c’è un network unitario. Bisogna rispettare le motivazioni degli altri senza staccare subito la spina. Questo l’ho imparato e cerco di farne tesoro. In questi giorni ho letto cifre e cose sbagliate ma non ho obiettato o sono entrato a gamba tesa per il rispetto delle parti. Non è Ballarò, il mercatino o l’asta pubblica anche se sarebbe carino, un’idea innovativa. Napoli è una realtà particolare, si ama senza se e senza ma, a volte è difficile convincere delle persone a venire qui. Questa è una città che, se non la conosci, non conosci la sua storia e la sua gente, non la capisci e non c’entra nulla il fair-play finanziario o i costi. E’ difficile a volte andare a bussare le porte di alcuni grandi club, non è solo questione di soldi. Non mi riferisco al calcio o alle trattative”.
“Abbiamo creato un grande giocattolo – ha proseguito – e non vogliamo romperlo, non bisogna dimenticare che non abbiamo uno stadio, vige la regola del fair play finanziario, non abbiamo i fatturati dei primi cinque grandi club e questo non è un territorio amico. Ieri ho litigato al telefono con un gruppo di Los Angeles, noi non siamo più la Cenerentola, abbiamo fatto 12 punti in Champions League e siamo usciti, mentre altre squadre sono passate con 5 punti. Ora abbiamo Higuain, non siamo una Cenerentola, abbiamo avuto Cavani e non siamo una Cenerentola, mi sono scocciato, il Napoli non è più una Cenerentola”.
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