Bologna. Ritrovato nella tarda serata di giovedì in un campo nomadi di Bologna un feto di circa sei mesi morto.
I sanitari hanno trovato una romena 21enne che aveva appena partorito un feto poi risultato di circa 6 mesi. La donna soffriva di una emorragia poichè aveva trattenuto la placenta.
Il feto era morto. Il cordone ombelicale sarebbe stato reciso dal suo compagno, un altro romeno 22enne, questa almeno la sua versione. Il marito e connazionale della donna è iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di omicidio colposo e omissione di soccorso.
Il pm di turno Augusto Borghini ha disposto l’autopsia sul cadavere, affidata al medico legale Sveva Borin. Secondo i primi accertamenti, dopo aver tagliato il cordone ombelicale del feto, il padre lo ha avvolto in un asciugamano e lo ha abbandonato in terra al freddo e sotto la pioggia per almeno un’ora e mezza, quindi si è allontanato.
A chiamare il 118 dal campo nomadi di via Landi a Bologna è stata infatti un’altra donna e il marito ha poi raggiunto solo più tardi la moglie in ospedale, dove nel frattempo erano arrivati i carabinieri, che poi lo hanno sentito.
La giovane è ricoverata nel reparto di Ginecologia del Maggiore e le sue condizioni non sono gravi. Si ritiene che la donna, al sesto mese, dopo aver accusato forti dolori potrebbe aver avuto un aborto spontaneo. I due sono nullafacenti e senza fissa dimora. Proseguono le indagini della Compagnia di Borgo Panigale.