Roma. Tre anni di reclusione: è questa la richiesta di condanna avanzata dai pm della Procura di Roma per l’ex ministro Claudio Scajola, accusato di finanziamento illecito per l’acquisto di un appartamento vicino al Colosseo.
I magistrati dall’accusa hanno inoltre chiesto che Scajola venga condannato al pagamento di una multa da due milioni di euro. La richiesta dell’accusa è pesante e in contrasto con quanto emerso durante tutto il dibattimento.
L’avvocato Elisabetta Busuito, nella sua arringa, ha dimostrato puntualmente l’insussistenza dei fatti che mi sono stati contestati e il 27 prossimo l’avvocato Giorgio Perroni svolgerà la sua discussione. Mi sono fatto da parte per quasi 4 anni in attesa di chiarezza da parte della magistratura, di cui ho piena fiducia. Attendo quindi con serenità la sentenza del 31 gennaio.
E’ quanto dichiara Claudio Scajola. Le prove documentali e testimoniali emerse durante il processo hanno rivelato la superficialità e l’inesattezza delle indagini condotte dalla guardia di finanza. E’ quanto sostenuto dall’avvocato Elisabetta Busuito, uno dei difensore di Scajola.
Ogni correlazione – ha proseguito il penalista nel corso della sua arringa difensiva – tra movimenti bancari di società del gruppo Anemone e la dazione della differenza per il pagamento dell’appartamento non solo non ha prova che la suffraghi, ma si configura come una vera e propria illazione.
Secondo Busuito, non vi è alcun riscontro provato che supporti il reato di finanziamento illecito.