Pordenone. “La proposta di riorganizzazione che ci ha illustrato Electrolux non ci ha convinto” ha detto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato al termine dell’incontro con i vertici del gruppo leader nel settore degli elettrodomestici.
Sul tavolo del Ministero il futuro degli stabilimenti in Italia. “Ci sarà un nuovo incontro nei prossimi 2-3 giorni” con ‘azienda, ha detto il ministro spiegando che resta la preoccupazione per il destino dello stabilimento di Porcia (Pordenone), il più grande, che impiega 1.200 persone, e che potrebbe chiudere.
“Su Porcia l’azienda non ha detto che chiuderà, ma non ha nemmeno presentato un piano e questa è la nostra principale preoccupazione”, ha aggiunto il ministro. Il piano attuale di esuberi, secondo il ministro, prevede l’uscita di 600 persone, con turni di otto ore, o di 250 con turni di sei ore, escluso Porcia. I sindacati sono stati nuovamente convocati al ministero per il prossimo 17 febbraio.
Prima di iniziare il tavolo sulla vertenza, Zanonato si era esposto in prima persona affermando l’intenzione di “impegnarsi personalmente per fare in modo che tutta la produzione Electrolux resti in Italia e lo faremo senza aiuti di Stato”.
E ha poi escluso il “taglio degli stipendi del 40%. Oggi il quadro è più chiaro. Stiamo cercando di comprendere come mantenere la produzione qui. Ci possono essere accordi di solidarietà come si è fatto in altri casi. Ma un taglio del 40% non lo vedo ha proseguito ricordando che “abbiamo risolto il caso Indesit. E fino al 2018 non ci saranno problemi”.
Nel corso dell’incontro, a quanto si apprende, anche Electrolux, pur confermando le difficoltà dello stabilimento di Porcia per la scarsa competitività del settore lavaggio, ha assicurato di non avere intenzione di lasciare l’Italia. Dopo aver illustrato il piano presentato ai sindacati, l’ad Ernesto Ferrario avrebbe mostrato un volantino pubblicitario di un megastore che mostra lavatrici al prezzo di 199 euro, a dimostrare le difficoltà di reggere la concorrenza.
“I nostri imprenditori sono degli eroi – ha dichiarato il governatore Luca Zaia, facendo riferimento alla tassazione media che in Italia è del 68,5% contro una medfia europea del 46% – ma lo sono anche i lavoratori. E non si può pensare che l’unica soluzione sia tagliare ancora gli stipendi”.
Continua, intanto, la mobilitazione dei lavoratori. Dalle 5 di stamattina lo stabilimento di Susegana, in provincia di Treviso, è praticamente blindato: gli operai hanno bloccato gli ingressi, nessun camion è entrato ne’ uscito e gli impiegati sono stati tenuti fuori dai cancelli. Analogo presidio a Porcia, vicino a Pordenone. E dalla cittadina friulana come da Susegana sono partite verso Roma, due delegazioni sindacali per partecipare al “tavolo”.
E i sindacati annunciano battaglia. La Fiom di Milano afferma che “non lascerà soli le lavoratrici e i lavoratori di Solaro” e assicura di essere pronta allo sciopero generale territoriale, come annuncia in una nota il segretario generale Marcello Scipioni. A Solaro, in provincia di Milano, ha sede uno dei quattro stabilimenti italiani della multinazionale svedese.