Grenoble. “E’ falso che la famiglia non volesse consegnare la telecamera” che era posta sul casco di Michael Schumacher al momento dell’incidente sugli sci.
Lo sostiene la portavoce Sabine Kehm in risposta ad alcuni media francesi i quali ieri avevano sostenuto che la famiglia aveva esitato a mettere l’apparecchio nelle mani degli investigatori ritenendo che eventuali immagini contenute fossero comunque coperte dalla privacy. Non è noto se al momento dell’incidente la videocamera fosse in funzione.
Intanto, il sette volte campione del mondo di Formula 1 “è ancora in condizioni critiche ma stabili”. Lo ha reso noto, in un comunicato, la stessa portavoce dell’ex pilota tedesco ricoverato da domenica scorsa all’ospedale di Grenoble in coma artificiale dopo la caduta sugli sci a Meribel, in Alta Savoia.
“In accordo con i medici che si stanno occupando di Michael – ha detto ancora Kehm – non sono previste altre conferenze stampa prima di lunedì. Tutte le notizie sulle condizioni di salute di Schumacher che non provengono dai medici o dalla direzione dell’ospedale devono essere considerate pure speculazioni. Vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia”, ha concluso la portavoce.
Schumacher, al momento dellincidente, aveva una piccola telecamera amatoriale montata sul casco, una Go-Pro, ora entrata in possesso del procuratore capo Patrick Quincy, così come gli sci e i pezzi del casco, il qualepotrà dunque stabilire con esattezza cosa sia davvero accaduto sulle piste di Méribel. Gli uomini della procura di Albertville,intanto,hanno interrogato il figlio del campione, Mick, la sua fidanza e il maggiordomo, che sciava accanto al campione.