San Tammaro. Subito tre milioni di euro per i primi restauri, poi una fondazione con i Ministeri dei Beni culturali, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, enti locali e associazioni impegnate sul territorio.
Da questi due punti parte il recupero della Real Tenuta di Carditello, la reggia borbonica nel territorio del comune di San Tammaro (Caserta). Lo ha spiegato il ministro dei Beni culturali Massimo Bray, sabato mattina a Carditello per festeggiare con sindaci, associazioni e cittadini dell’area l’acquisizione della Reggia da parte dello Stato.
“Il Ministero dei Beni culturali farà sua parte ha assicurato Bray Carditello deve tornare un luogo di bellezza, azienda agricola e osservatorio per la biodiverdità”. “Credo ha aggiunto si possa veramente fare un progetto che ridia dignità a questo posto”.
“E’ un acquisto importante per tutti i moltissimi cittadini che hanno creduto che questo bene andasse tutelato e valorizzato. ha dichiarato Bray Dobbiamo costruire il futuro su questi beni sapendo dialogare con queste persone e capire che in loro c’è la parte migliore di questo paese”.
Prima di raggiungere la Reggia, il ministro ha fatto visita alla famiglia di Tommaso Cestrone, l’agricoltore che svolgeva volontariamente attività di custode del palazzo borbonico, deceduto qualche settimana fa. Nel giardino della Real Tenuta di Carditello si è poi tenuta una festa con spettacoli per bambini e degustazioni.
La Sga, società controllata dal ministero dell’Economia, ha sborsatola cifra di 11,5 milioni di euro per l’acquisizione del Real Sito, avvenuta il 9 gennaio al termine dell’11esima asta giudiziaria tenutasi alla sezione fallimentare del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. La Sgapoi cederà la Reggia al Ministero. Da parte sua, il Comune di San Tammaro, guidato dal sindaco Emiddio Cimmino, sul cui territorio ricade la reggia, aveva già deliberato la rinuncia al diritto di prelazione sul monumento proprio per consentire al ministero di pagare il debito del Consorzio di bonifica, proprietario del sito, a causa del quale la reggia era finita allasta, andata più volte deserta.
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Costruito dall’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli, e situato a circa quattro chilometri ad ovest al centro abitato San Tammaro, a metà strada tra Napoli e Caserta, Carditello è un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico, destinato da Carlo di Borbone (1716-1788) a luogo per la caccia e lallevamento di cavalli, poi trasformato, per volontà di Ferdinando IV di Borbone (1751-1752), in una fattoria modello per la coltivazione del grano e lallevamento di razze pregiate di cavalli e bovini. Non un semplice luogo di svago per i reali, dunque, ma vera espressione di imprenditoria ispirata dalle idee illuministiche che caratterizzavanoquei tempi.
Nel 1920 gli immobili e l’arredamento passarono dal demanio all’Opera Nazionale Combattenti. I 2070 ettari della tenuta furono lottizzati e venduti, esclusi il fabbricato centrale e i 15 ettari circostanti, che nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del patrimonio del Consorzio generale di bonifica del bacino inferiore del Volturno. Nel 1943 fu occupata dalle truppe tedesche, che vi stabilirono il proprio comando. I vandalismi dei soldati contribuirono a incrementare lo stato di degrado.
Da allora la tenuta, che dovrebbe rappresentare una delle principali attrazioni turistiche della Campania e del Sud Italia, è in preda al più totaleabbandono. E la razzia di decori, sculture, arredi architettonici, pavimenti, attrezzature agricole, è allordine del giorno. Una vergogna tutta italiana, testimonianza, mai come in questo caso, dellassenza delle istituzioni e del disinteresse verso il grande patrimonio storico di queste terre. Fino all'”impresa” compiuta dal ministro Bray che, ora, si spera, riporti Carditello ai fasti di un tempo.