Caserta. E se domattina Terra di Lavoro restasse senza le sue 11.548 imprese artigiane? Gli effetti sarebbero quelli di uno tsunami sull’economia e sulle condizioni di benessere di cittadini e famiglie.
Con le imprese artigiane si volatizzerebbero il 12,7% dei posti di lavoro (sul totale delle imprese attive) della provincia di Caserta. Scomparirebbero le 2.684 donne che rivestono cariche imprenditoriali (titolare, amministratore, socio e altre cariche) in imprese artigiane e i 2.601 apprendisti avviati al lavoro nelle botteghe artigiane.
In un attimo verrebbero cancellati gli 899.300.000 euro di valore aggiunto prodotto dal comparto artigianato: le 319.1766 abitazioni censite in Terra di Lavoro resterebbero senza artigiani dell’edilizia e dell’installazione di impianti che costruiscono e intervengano per la manutenzione. Rimarrebbero inanimati i 4.187 impianti fotovoltaici (che hanno prodotto 210 GWh di energia pulita) senza una adeguata installazione e manutenzione da parte degli artigiani della filiera delle rinnovabili.
Non rimarrebbe nessun acconciatore ed estetista per le 389.931 donne di 15 anni e oltre. I 7948 sposi nei matrimoni celebrati nel 2012 non avrebbero potuto indossare un abito nuziale realizzato e provato in una delle 78 sartorie artigianali; nessun fotografo professionista alla cerimonia e un banchetto privo del dolce nuziale preparato da una pasticceria artigiana specializzata.
Vi sarebbe, nel complesso, un parco veicolare formato da 543.032 automobili e 78.227 motocicli senza autoriparatori artigiani a cui rivolgersi per manutenzione e assistenza: ogni giorno aumenterebbe la presenza di motocicli, autovetture e autobus fermi per strada.
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Un colpo ferale sarebbe dato agli amanti della buona tavola che vedrebbero quasi scomparire una leccornia come la mozzarella di bufala campana. Prodotto d’eccellenza e punta di diamante dei prodotti lattiero-caseari che hanno fatturato, relativamente alle sole esportazioni, 124.754.660 euro fino al mese di settembre dello scorso anno.
Per evitare questo scenario apocalittico, il Dipartimento di Economia della Seconda Università degli Studi di Napoli e Confartigianato Imprese Caserta hanno siglato un accordo quadro di cooperazione volto a tutelare e a promuovere le peculiarità del lavoro artigiano di Terra di Lavoro. L’accordo, che avrà durata triennale, ha come obiettivo dichiarato quello di gettare un ponte tra due realtà, il mondo accademico e quello dell’artigianato, lontane solo all’apparenza.
“La collaborazione con Confartigianato Imprese Caserta – spiega il direttore del Dipartimento di Economia della Sun Clelia Mazzoni – ci permetterà, ad esempio, di diffondere tra gli artigiani le tematiche relative alla gestione dell’impresa e di formare i nostri studenti in modo da favorire un rapido inserimento nel mondo del lavoro. L’accordo di cooperazione, però, rappresenta anche un incubatore in grado di dare slancio alle idee che i nostri artigiani hanno messo, e mettono, in campo per uscire dalla recessione”.
“Siglare un accordo quadro di cooperazione con un’istituzione come la Seconda Università degli Studi di Napoli – sottolinea Luca Pietroluongo, segretario generale di Confartigianato Imprese Caserta – testimonia quanto sia diventato centrale il tema dell’artigianato per l’intero tessuto economico e sociale del nostro territorio. Gli artigiani hanno saputo, davanti alle difficoltà, rimboccarsi le maniche e inventarsi soluzioni per dare nuove speranze e opportunità alle proprie imprese ma anche a tutta la comunità. – conclude Pietroluongo – La collaborazione con l’Università ci permetterà di preservare il patrimonio dell’esperienza dei nostri artigiani ma anche di valorizzare i frutti eccellenti di questo saper fare”.