Compravendita, Di Pietro rimette la toga contro Berlusconi

di Antonio Taglialatela

 Napoli. E’ tornato a vestire la toga Antonio Di Pietro, in qualità di avvocato dell’Italia dei Valori, costituitasi parte civile al processo, in corso a Napoli, sulla presunta “compravendita” di senatori da parte di Berlusconi nel 2008 per far cadere l’allora governo Prodi.

“È la prima volta che mi trovo dall’altra parte”, ha commentato l’ex pm di “Mani pulite”,sottolineando:“Ci siamo costituiti parte civile e continueremo a produrre vagonate di documenti per dimostrare che questo reato ‘porcata’è stato commesso, al di là della prescrizione, cheè un fatto tecnico”.

ll processo si è aperto martedì mattina, ma solo formalmente. Sarà rinviato dalla quarta alla prima sezione perché la presidente Loredana Acierno si è astenuta in quanto moglie dell’ex procuratore di Bari, Antonio Laudati, sfiorato dal “caso escort”.Tra gli imputati non ci sarà l’ex senatore Sergio De Gregorio che ha patteggiato una pena di un anno e 8 mesi, anche se il suo legale, l’avvocato Carlo Fabbozzo, ha presentato di recente ricorso in Cassazione.

Subito, in aula, c’è stato un botta e risposta in aula tra Di Pietro e gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, i quali hanno eccepito una serie di presunti difetti di notifica, mentre l’ex leader dell’Idv ha ritenuto che c’è stato addirittura un “eccesso” di notifiche e che tali eccezioni “sono solo un espediente per arrivare prima alla prescrizione”.

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Corruzione, è l’accusa dalla quale dovrà difendersi Berlusconi. Nell’interrogatorio risalente al 21 gennaio scorso, dinanzi ai pm di Napoli, l’ex ministro ed ex coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, ha invece liquidato la vicenda riferendo che “ci fu solo un accordo politico”. Secondo l’accusa, il Cavaliere diede tre milioni di euro a De Gregorio per passare nel centrodestra e 400mila euro all’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, come “rimborso per le anticipazioni” che lo stesso Lavitola avrebbe operato nei confronti del senatore De Gregorio nel 2007 per conto di Berlusconi”.

Dell’accordo relativo ai finanziamenti per l’Avanti “il presidente Berlusconi non ne aveva contezza atteso che io non gliene parlai né prima né dopo tale operazione che era un contributo per la comunicazione deciso da me”, ha dichiarato Bondi ai pm, per poi soffermarsi sull’accordo federativo sottoscritto con “Italiani nel Mondo” di De Gregorio “dopo la decisione presa dal partito e di cui informammo il presidente”. “Preciso che Berlusconi – ha aggiunto Bondi – aveva dato una indicazione politica generale di estendere le alleanze politiche al maggior numero di movimenti, liste e associazioni politiche in generale, sia che avessero rappresentanti in parlamento sia che non fossero rappresentati, ciò con riferimento alle campagne elettorali in genere, alle candidature personali, al sostegno a questi movimenti in occasione delle consultazioni elettorali come ad esempio le amministrative del 2007”.

Il Senato della Repubblica, nonostante il ‘No’ del Consiglio di Palazzo Madama, per decisione del presidente Pietro Grasso si costituirà parte civile. L’avvocato Bruno La Rosa ha avanzato richiesta della costituzione anche di Forza Italia come responsabile civile.

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