Contraffazione, affari tra camorra e cinesi: 36 arresti

di Redazione

 Napoli. Maxi operazione anti-contraffazione quella compiuta, all’alba di mercoledì, dalla Guardia di Finanza di Napoli.

36 le ordinanze di custodia cautelare (7 in carcere, 27 ai domiciliari e due con obbligo di firma) nei confronti di altrettante persone indagate per associazione per delinquere finalizzata alla importazione, fabbricazione e commercializzazione di materiale contraffatto.

L’inchiesta nasce dagli sviluppi di una precedente indagine, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sulle attività illecite del clan Mazzarella. Tre le grosse organizzazioni criminali individuate: le prime due avevano ramificazioni anche in altre regioni (Toscana, Lazio, Liguria e Piemonte), oltre che nell’Est Europa, e facevano capo a due napoletani oggi indagati: Vincenzo Barone e Vincenzo Rotondo; la terza vedeva impegnato un gruppo di cittadini cinesi capitanato da Chen Xingman e da Jin Changiang, i quali garantivano dalla Cina l’ingresso sul territorio nazionale dei prodotti di abbigliamento falsificati.

In tal modo, i capi di abbigliamento, calzature, borse riproducenti i più famosi marchi giungevano in Italia o direttamente dalla Cina o dai porti della Turchia.

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