Napoli. Una denuncia forte. Quattro pagine in cui Pietro Ioia, presidente dell’associazione degli ex detenuti napoletani, racconta come egli stesso dieci anni fa, abbia subito violenze e maltrattamenti ad opera della polizia penitenziaria e di come ora voglia solo che la verità venga fuori.
Un’inchiesta che sta mettendo in fibrillazione gli ambienti della casa circondariale che per il crescente degrado, le condizioni sovrumane di vivibilità, la logistica e il sovraffollamento è diventata ormai la struttura più tenuta d’occhio dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dal ministero della Giustizia, dagli osservatori specializzati e dalla stampa.
Poggioreale: 2600 reclusi, quando la capienza regolamentare è di 1503 posti e dove Ioia, insieme ad altri cinquanta ex detenuti che hanno avuto il coraggio di raccontare, afferma che avviene la violazione dei più basilari diritti umani da parte dello Stato italiano: una stanza, la “Cella Zero”, che sarebbe utilizzata dagli agenti Polizia Penitenziaria del carcere per pestaggi e violenze ai detenuti, un luogo che il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, afferma di non conoscere.
Ora tutto è nelle mani della Procura, in mano ad uno dei magistrati napoletani più esperti e rigorosi dell’ufficio inquirente partenopeo, Vincenzo Piscitelli che si spera saprà fare luce su una storia che presenta molti interrogativi e tante ombre.
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