Casa squillo, torna in libertà il vigile urbano

di Antonio Taglialatela

 Carinaro. Torna in libertà Vincenzo Picone, 51 anni, il vigile urbano di Carinaro arrestato lo scorso 24 gennaio durante l’operazione che sgominò un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione.

Il tribunale del Riesame, accogliendo la tesi del legale difensore Mario Griffo, ha accertato la mancata sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, revocando la misura cautelare degli arresti domiciliari a cui l’uomo era stato sottoposto.

Le indagini, durate circa un anno e mezzo, a partire dall’inverno del 2012, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, si sono avvalse soprattutto, anche se non solo, di intercettazioni telefoniche e ambientali e hanno riguardato, in particolare, la “gestione”, da parte degli indagati, di due abitazioni, una sita a Carinaro (Caserta), in via Carmignola, al confine con Gricignano, l’altra a Pozzuoli (Napoli), apparentemente “centri di massaggi”, in realtà autentiche case di prostituzione di giovani donne, italiane e straniere.

Tra i 12 arrestati dai carabinieri della compagnia di Mondragone c’era Picone, ritenuto frequentatore della casa squillo e accusato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, in quanto avrebbe omesso di segnalare le illiceità riscontrate nel corso delle sue visite nella villetta.

Durante l’udienza, il vigile urbano ha presentato una memoria difensiva, dichiarando di essersi interessato alla villetta di via Carmignola solo in seguito alle richieste pervenutegli da diversi residenti della zona, in particolare dalla sorella di sua moglie, i quali gli avevano ripetutamente chiesto di accertare chi fossero i nuovi abitanti di quella casa, di proprietà di un 57enne di Gricignano.

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