Napoli. Stava rientrando nel carcere di Secondigliano Gennaro Caliendo, 36 anni, detenuto in semilibertà, quando, lungo lAsse Mediano, allaltezza di Afragola, è stato affiancato da un’autovettura con a bordo due sicari che gli hanno esploso contro diversi colpi darma da fuoco.
E successo nella tarda serata di sabato. I killer sono arrivati dal corso Meridionale. Caliendo, che era alla guida di una Matiz grigia, li ha visti, ha fatto retromarcia sbandando contro un pilastro. A quel punto è stato centrato più volte all’addome, al collo e alla nuca.
Sul posto gli agenti del commissariato di polizia, guidati dal vicequestore Sergio Di Mauro. Caliendo, che doveva tornare in carcere entro le 21, era stato condannato a 15 anni di reclusione per lomicidio di Rodomonte Chiacchio, un ragazzo di 18 anni accoltellato per la rapina di un cellulare nel 1999. E ora stava scontando la pena per quel delitto. L’agguato potrebbe rientrare nella guerra tra i clan in lotta tra loro per il controllo delle piazze di spaccio. Qualche ora dopo la polizia ha trovato nelle campagne di Acerra, vicino al centro commerciale “Le Porte di Napoli”, un’autovettura data alle fiamme, un’Alfa 146, forse quella utilizzata dal commando per uccidere Caliendo.
Non è lunico episodio di sangue avvenuto in serata nel Napoletano. Ai Colli Aminei, quartiere del capoluogo al confine tra l’Arenella, Capodimonte e Miano, alcuni sicari hanno tentato di uccidere Mario Lo Russo, fratello di Salvatore (attualmente collaboratore di giustizia), boss del clan dei Capitoni di Miano. Ma a farne le spese è stato il suo guardaspalle, Domenico Raffone, che è morto sul colpo dopo essere stato raggiunto da numerosi colpi al volto e al torace.
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