Napoli. “Il Comune è in prima linea contro il caro fitti: stiamo emanando un regolamento sulle botteghe storiche, allo scopo di tutelare tramite agevolazioni quei negozi con almeno 35 anni di età la cui sopravvivenza è messa a repentaglio dall’esplosione di attività come i centri scommesse. Per quanto riguarda le locazioni di abitazioni, il Comune prevedrà forti incentivi per le famiglie disagiate”.
Lo ha detto Salvatore Palma, assessore al Bilancio del Comune di Napoli e consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili partenopeo, nel corso del forum “Focus locazioni: novità, prospettive, gestioni e mercato”, che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Napoli.
“Purtroppo il mercato immobiliare tarda a dare segnali di ripresa”, ha evidenziato il numero uno dell’Ente camerale Maurizio Maddaloni. “Serve un forte rilancio dei consumi ed un alleggerimento della pressione fiscale anche sul comparto immobiliare: speriamo che gli annunci fatti dal governo in questi giorni possano trasformarsi in atti concreti e immediati, perché la situazione è di una gravità assoluta”.
“La problematica principale — ha spiegato Clemente Del Gaudio, amministratore unico della Borsa Immobiliare di Napoli — è la trasformazione del bene casa in un “bancomat di Stato”, un vero e proprio accanimento fiscale che rischia di trasformarsi in una persecuzione della proprietà. Ma l’abitazione resta un’esigenza fondamentale, soprattutto a Napoli”.
Secondo Paola Marone, vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli “lo scenario non è incoraggiante, ma la rete dei professionisti può fare abbastanza per rilanciare il mercato immobiliare. Dal 2007 al 2012 gli importi dei mutui erogati in Campania sono diminuiti del 57% e le difficoltà di accesso al credito a medio-lungo termine per l’acquisto di abitazioni perdurano: le prospettive a breve termine del mercato immobiliare residenziale rimangono incerte in ragione delle persistenti difficoltà economiche delle famiglie, che in questi anni hanno sofferto una riduzione del reddito disponibile”.
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“È necessario creare le condizioni per la realizzazione di housing sociale”, ha sottolineato il presidente dell’Acen Francesco Tuccillo. “La quota di edilizia sociale da realizzare dovrebbe essere stabilita in relazione ad un piano economico-finanziario, piuttosto che determinata univocamente a prescindere dall’intervento da attuare. Inoltre, bisognerebbe stabilire una percentuale minima di alloggi sociali da realizzare in ogni intervento residenziale, ex-novo o di recupero, stabilendone modalità contrattuali, canone di locazione e spese di gestione in base alla reale possibilità a pagare degli inquilini. Non bisogna dimenticare che le attuali disposizioni urbanistico-edilizie del Comune non aiutano a determinare le riqualificazioni necessarie per l’edificato esistente sottoutilizzato”.
“Il valore delle locazioni è diminuito, ma il loro numero a Napoli è aumentato di circa il 3,5%”, ha rimarcato Claudio Matarazzo, presidente provinciale della Fiaip — Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. “Si cerca di locare gli immobili con la speranza che il mercato possa riprendersi, ma oggi la situazione è molto complicata: gli operatori del settore devono puntare sulla solidità e la solvibilità dell’affidante conduttore”.
Al forum hanno partecipato Paolo Carrino e Abbondio Causa, rispettivamente presidente della Commissione Real Estate e della Commissione Industria Edilizia Odcec Napoli; Pasquale Saggese dell’Istituto nazionale di Ricerca D.c.e.c.; Raffaella Salerno dell’Agenzia delle Entrate di Napoli; Diomede Falconio, presidente Comitato Notarile della Regione Campania; il magistrato Antonio Lepre; Saverio Iaccarino, presidente provinciale Fimaa; Stefano Brancaccio, manager Cdp investimenti Sgr Carlo Lamura, commissario straordinario Iacp Provincia di Napoli; Valentino Vecchi, docente strategie di impresa dell’Università della Basilicata.