Caserta. Esportavano in Germania auto di grossa cilindrata con documenti falsi, girando poi parte dei proventi dell’attività illecita nelle casse del clan camorristico dei casalesi.
I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Roma e gli agenti della squadra mobile di Latina hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare, disposte dal gip Napoli, nei confronti di sette persone.
Per loro l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati di appropriazione indebita, con l’aggravante di aver agito per agevolare l’associazione camorristica. Tra gli arrestati ci sono anche tre affiliati al clan dei casalesi, i fratelli Salvatore e Antonio Ianuario e Salvatore Di Puorto.
Durante l’operazione, denominata “Fuori giri”, sono stati anche sequestrati un milionr e 400 mila euro in quote societarie, immobili, automobili, conti correnti e patrimonio aziendale. Le Fiamme Gialle e la polizia hanno eseguito anche diverse perquisizioni tra la provincia di Formia e quella di Caserta, in concessionarie ed autoscuole conniventi con il sodalizio criminale.
Due le ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di sette persone, indagate per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati di appropriazione indebita, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione camorristica.
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A conclusione delle indagini, coordinate dalla Dda di Napoli e condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche, finalizzate al riscontro di dichiarazioni di collaboratori di giustizia – sono state arrestate persone ritenute di rilievo del sodalizio dei Casalesi: i fratelli Salvatore e Antonio Ianuario, il primo già detenuto, e Salvatore Di Puorto, già colpito da ordinanza cautelare per vicende connesse a reati di riciclaggio contestati a esponenti del clan dei casalesi in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino.
“L’operazione – spiegano le Fiamme gialle – ha accertato la commissione, in Italia, di plurime condotte di appropriazione indebita di autovetture di grossa cilindrata, poi esportate in Germania, ove venivano immatricolate dopo la falsificazione dei numeri identificativi (la cosiddetta punzonatura, ndr) e dei documenti di circolazione e appare significativa non solo per l’elevata caratura criminale delle persone colpite dalle misure restrittive, ma anche perchè delinea in maniera netta e precisa gli interessi dell’organizzazione dei Casalesi nel sud pontino, attraverso il reinvestimento degli ingenti profitti derivanti dalle criminali attività perpetrate”.
Dall’approfondimento di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, già appartenenti alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi, “sono emersi gli interessi di quella consorteria criminale nel settore della compravendita di auto di grossa cilindrata nelle zone di Cancello e Arnone, di Latina e di Fondi, con la diretta supervisione di Salvatore Ianuario quale referente dell’associazione camorristica, dapprima per il gruppo Bidognetti e, successivamente, per le famiglie Zagaria- Schiavone”.
Secondo l’accusa, gli indagati si avvalevano di concessionarie di autovetture con sede a Minturno e a Cancello e Arnone, oltre che di un’autoscuola sempre con sede a Cancello e Arnone. Il sequestro, disposto dal Gip di Napoli,ha riguardato quote societarie, beni immobili e rapporti finanziari riferibili agli arrestati; quote societarie e conti correnti riferibili ad altri cinque indagati; l’intero patrimonio aziendale riferibile alle quattro società coinvolte negli illeciti. Sequestrati anche vari immobili, autoveicoli e numerosissimi rapporti finanziari nella disponibilità degli indagati.