Aereo scomparso, manifestanti contro ambasciata malese

di Stefania Arpaia

 Pechino. Dopo la tragica notizia diffusa dalle autorità malesi relativa al destino del boeing precipitato in mare con i suoi 239 passeggeri, è esplosa la furia dei parenti.

Erano 152 i passeggeri cinesi a bordo dell’aereo e i loro familiari si sono recati questa mattina presso l’ambasciata malese di Pechino per avere spiegazioni. Un centinaio di persone hanno marciato con delle t-shirt bianche con scritto “Preghiamo per MH370”, infuriati gridavano contro l’ambasciata, la parola più urlata: “bugiardi”.

Sono convinti che non tutta la verità sia stata raccontata e vogliono avere giustizia, dopo aver perso persone care. Momenti di profondo dolore si sono alternati a momenti di tensione in cui alcuni dimostranti hanno cercato di scavalcare i cancelli dell’edificio e hanno tirato delle bottiglie d’acqua contro i poliziotti. Il governo cinese vuole vederci chiaro e ha chiesto alla Malesia che gli siano consegnati i dati satellitari in base ai quali avrebbe stabilito che il velivolo, scomparso lo scorso 8 marzo, sarebbe precipitato nell’Oceano Indiano.

Rivolgendosi all’ambasciatore della Malesia a Pechino, Datuk Iskandar Bin Sarudin, il viceministro degli Esteri cinese, Xie Hangsheng, ha dichiarato: “Chiediamo alla parte malese di chiarire su quale base esattamente è stata fatta questa valutazione”. Si attende ora una risposta da parte del governo della Malesia.

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