Kiev. Assalto armato con blindati alla base di Belbek, ultimo presidio ucraino militare di rilievo nella Crimea annessa dalla Russia.
Lo riferiscono testimoni sul posto, precisando che vi sono almeno due feriti. Il comandante della base, Iuli Mamciur, tratta la resa. Prima di negoziare con i russi, l’ufficiale ha arringato i suoi elogiandoli per aver “fatto il possibile” per difendere l’onore delle loro divise.
Il sommergibile Zaporizhia, intanto,si è consegnato alle autorità di Mosca e ha cambiato bandiera: ora non è più ucraino, ma russo. Circondato dalle navi della Flotta del Mar Nero del Cremlino in una baia vicino al porto di Sebastopoli, non ha potuto far altro che cedere di fronte a forze molto più numerose. Almeno altre tre navi da guerra di Kiev sono state abbordate da militari russi negli ultimi giorni e si sono consegnate.
Continuano, nel frattempo, le proteste. Alcune migliaia di filorussi hanno manifestato a Donetsk e centinaia a Kharkiv, due importanti città della russofona Ucraina orientale. A Donetsk, fa sapere l’agenzia Interfax, i dimostranti sventolavano bandiere russe e scandivano slogan in favore di un referendum per l’annessione alla Russia simile a quello che si è svolto in Crimea. I servizi segreti di Kiev hanno arrestato stamane Mikhail Ciumacenko, leader del sedicente “Esercito popolare del Donbass” (la regione di Donetsk e Lugansk).
Il ministro della difesa russo, Serghiei Shoigu, ha ordinato al comando della flotta russa del mar Nero di lasciar andare in modo organizzato quei militari ucraini desiderosi di abbandonare la Crimea. Lo riferisce lo stesso ministero, precisando che sino a ieri il loro numero era solo di 2mila scarsi su 18 mila. La bandiera russa è stata issata in 147 basi e unità ucraine, mentre quella della flotta russa, con la croce di Sant’Andrea, sventola su 54 su 67 unità navali ucraine, compresi un sottomarino e 8 navi da guerra.
Mosca si riserva il diritto di dare una risposta adeguata alla sanzioni aggiuntive decise ieri contro la Russia dal Consiglio europeo: lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri russo, Aleksandr Lukashevich. “Purtroppo il consiglio europeo ha preso una decisione che non corrisponde alla realtà. Crediamo sia tempo di tornare al pragmatico terreno di cooperazione per far soddisfare gli interessi del nostri Paesi”, ha aggiunto.