Kiev. E’ sempre più alta la tensione in Crimea, la penisola dell’Ucraina la cui maggioranza è però russofona. Il premier della regione ha infatti dichiarato di aver anticipato al 15 marzo (dal 30 marzo) il referendum sullo status della Crimea nei confronti dell’Ucraina.
Il premier ha poi aggiunto di volere l’indipendenza da Kiev e un accordo di libero scambio con Mosca. Sempre dalla Crimea è arrivata invece la notizia che l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Robert Serry, sarebbe stato “minacciato da un gruppo di persone non identificate”. Serry, dopo essere stato minacciato, è stato portato all’aeroporto di Sinferopoli. Le autorità locali gli avrebbero consigliato di lasciare la regione per la sua stessa sicurezza.
Sul fronte diplomatico, nei rapporti sempre più tesi tra Russia e Ucraina si registra intanto l’annuncio del presidente della commissione Ue, José Manuel Barroso, che ha annunciato un massiccio pacchetto di aiuti per Kiev “di almeno 11 miliardi di euro in due anni”. “E’ un pacchetto – ha spiegato – definito per assistere un governo ucraino solido e partecipato e orientato verso le riforme”.
Barroso spiega che discuterà i termini dell’assistenza finanziaria giovedì 6 marzo a Bruxelles con il premier ucraino, il quale assisterà a un vertice straordinario dei 28 leader europei, convocato proprio per dare una risposta alla crisi militare in Crimea. Secondo Barroso la priorità dell’Unione europea è quella di ricercare una soluzione pacifica della crisi la quale “deve includere il ritiro delle forze armate russe, che devono attestarsi nelle aree di loro permanente stazionamento”.
A Kiev nel frattempo il partito Patria dell’ex premier Yulia Timoshenko ha presentato al parlamento un disegno di legge per chiedere l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Secondo fonti del partito, le turbolenze in Crimea dimostrano che lo status di Paese non allineato non sta garantendo la sicurezza della repubblica ex sovietica.
Sergei Lavrov ha ribadito la posizione di Mosca secondo cui le truppe che hanno preso il controllo della Crimea non sono sotto il comando russo, ma da Kiev denunciano che proprio le forze russe avrebbero preso il controllo parziale di due basi missilistiche in Crimea. Secondo quanto riferito da un funzionario ucraino, Volodymyr Bova, nella base “ci sono dei missili ma sono disarmati”.
Intanto, una nave da guerra degli Stati Uniti è diretta verso il Mar Nero. Le autorità turche hanno infatti riferito da aver dato il nulla osta al passaggio di un’unità militare americana nello stretto del Bosforo. La nave americana attraverserà lo stretto entro due giorni, scrive Hurriyet online, senza precisarne il nome e il modello. Secondo le fonti turche citate dal quotidiano non si tratterebbe della portaerei nucleare “USS George H.W. Bush”.